Il primo a rispondere al premier Conte, al suo ultimatum alle forze politiche che sostengono il suo governo, è stato il leader della Lega Matteo Salvini. «Il governo va avanti se tutti mantengono la parola data. Tempo da perdere non ne abbiamo». Dai 5Stelle interviene inizialmente uno dei ministri più bersagliati dai leghisti, Danilo Toninelli: «Leale collaborazione? Da parte nostra certamente sì. Io sono fiducioso». Poi sui social arrivano anche le parole di Luigi Di Maio: «Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro e crediamo che i fatti siano la migliore risposta in questo momento». Quindi il capo politico di Cinquestelle rilancia e chiede subito un vertice di governo.
«Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica di maggioranza – ha sottolineato Di Maio, quasi a cancellare il responso delle Europee – e ha sempre sostenuto questo governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro. Questa è l’unica maggioranza possibile». Poi chiede un vertice già nella giornata di domani: «Da domani stesso serve subito un vertice di governo in cui vogliamo discutere insieme la revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la flat tax; il salario minimo orario per i lavoratori italiani; il provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli».
«Noi non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli Italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica», scrive il segretario della Lega su Facebook rivendicando il risultato del voto. «L’Italia dei Sì è la strada giusta. Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, Decreto Sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è».
#Conte ha ammesso il fallimento del suo governo come noi denunciamo da settimane. Tutto questo ha un costo immenso per il Paese. Più debiti, meno crescita, meno lavoro, meno investimenti. Il governo ha reso più poveri milioni di italiani pic.twitter.com/89uOqsbbHl
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) June 3, 2019
La prima reazione del Pd arriva dal presidente dei deputati dem, Graziano Delrio: «Le parole di Conte hanno aperto ufficialmente la crisi di Governo. È lui stesso a averlo detto oggi con molta chiarezza rivolgendosi a Salvini e Di Maio e mettendo sul tavolo le sue dimissioni: il fallimento è certificato da coloro che lo hanno provocato. Adesso, se è rimasto almeno un minimo di rispetto delle Istituzioni democratiche, Conte prenda coraggio e venga a riferire in Parlamento». «Conte ha ammesso la paralisi, il disastro e il fallimento del suo governo che noi denunciamo da settimane», incalza Nicola Zingaretti.
A destra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parla di un governo «alle prese con il ‘Gioco del cerino’ tra Conte, Lega e M5s per vedere a chi affibbiare la responsabilità di far cadere l’esecutivo prima di dover affrontare la legge di Bilancio. Lo avevamo purtroppo previsto, quando già nel 2018 denunciavamo che il Governo non sarebbe stato in grado di affrontare la nuova manovra». Poi da Forza Italia, Giorgio Mulè, parla di una« tragica barzelletta». «In una sorta di seduta di autocoscienza assolutoria, Conte si loda e si imbroda vanagloriandosi dei pessimi risultati di un esecutivo contronatura». Sull’ultimatum di Conte interviene anche Silvio Berlusconi: «Conte si faccia da parte per consentire la creazione di un governo che sia espressione della maggioranza degli italiani, di un governo di centrodestra. Altrimenti, siamo pronti a elezioni anticipate».