I fili della complicata crisi politica si sono così ingarbugliati che, a quattro giorni dalle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in Parlamento, ogni scenario è ancora possibile. Matteo Salvini le prova tutte per uscire dalla crisi di governo che lui stesso ha aperto: «La mozione di sfiducia resta», ha detto ai giornalisti Salvini. «Il mio telefono è sempre acceso. Sono l’uomo più paziente del mondo. Di no un governo muore, abbiamo bisogno di sì. Se qualcuno dice sì, allora ragioniamo. O c’è un governo del sì, con ministri del sì… o l’unica via sono le elezioni». Un modo velato per buttare nel tritacarne delle dichiarazioni di queste ore la proposta di un maxi-rimpasto: fuori ministri del no (sicuramente Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta), dentro nomi nuovi e graditi al capo leghista. Proposta che però, nei fatti e allo stato attuale sembra irricevibile per i Cinquestelle.
Con un post su Facebook Di Maio attacca l’ex alleato. Lo accusa di aver voluto la fine di questo governo solo per incassare il consenso riportato nei sondaggi, di aver paura di revocare le concessioni autostradali ai Benetton e di tremare davanti al taglio dei parlamentari. «C’era un contratto, lui lo ha strappato. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna». Perché «ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi». Quindi ha garantito: «Il 20 agosto noi ministri del Movimento 5 stelle saremo al fianco di Conte in Aula per sostenerlo contro la sfiducia della Lega. Li aspettiamo al varco!».
Una linea, quella di Di Maio, sposata poco dopo anche da Alessandro Di Battista che, sempre su Facebook, ha definito il leghista il «ministro del tradimento»: «Inizia a dare cenni di pentimento, semmai il M5s dovesse avere ancora un qualsiasi rapporto istituzionale con la Lega Nord pretenda interlocutori più seri e preparati. Al netto delle critiche che ho sempre mosso alla Lega posso dire che al suo interno ci sono persone molto più credibili di Salvini. Sono le stesse persone che in queste ore lo stanno trattando come un inetto che, nonostante 26 anni di politica, continua ad ignorare le regole democratiche». «Salvini ha tradito, ha creato disordine e adesso non sa che fare. Altro che uomo forte al comando». Quindi gli dà un consiglio: «Fino al 20 agosto vada in vacanza. In cambio del suo silenzio possiamo concedergli di tutto: cocktail, moto d’acqua, passeggiate mattutine al guinzaglio di Berlusconi ma la faccia finita con questa ridicola telenovela. Per i suoi deliri da sondaggio – sottolinea l’esponente M5S – ha indebolito il Paese e costretto milioni di italiani a sforzarsi per capirci qualcosa».
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A rendere ancora più complicato la riapertura del dialogo con i Cinquestelle c’è anche lo scontro tra Salvini e il premier Conte che gli ha scritto una lettera aperta per smentire le sue ricostruzioni sul caso Open Arms, la nave bloccata al largo di Lampedusa con 147 migranti a bordo. Conte ha accusato il ministro dell’Interno di aver detto che lui vuole far sbarcare i migranti, mentre «ha solo chiesto tutela per i minori». Per il presidente del Consiglio quella è stata l’ennesima prova di «slealtà» e non ha mancato di ricordargli che «l’esperienza di governo è agli sgoccioli» e che, in questi mesi, ha cercato di trasmettergli l’importanza della «dignità delle istituzioni» e l’importanza della «responsabilità» della politica. Insomma parole che rendono davvero difficile immaginare una pace imminente.