«Occorre preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione». In un editoriale sul Messaggero, Romano Prodi lancia la coalizione di governo “Ursula”, italianizzata “Orsola”, tra le forze che a Strasburgo hanno eletto la nuova presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Pd e M5s (e verosimilmente parte di FI) dovrebbero dare vita a un governo di legislatura basato su un contratto simile a quello sul quale è fondato il governo tedesco, argomenta l’ex presidente del Consiglio. In Germania ci sono riusciti nonostante la distanza in campagna elettorale tra le posizioni dei democristiani della Cdu e quelle dei socialisti della Spd. «Ciò è stato possibile grazie a una lunga trattativa nella quale sono stati definiti non sono gli orientamenti politici – spiega il professore – ma anche le priorità delle decisioni e i numeri degli impegni finanziari necessari per metterle in atto. Un accordo completo, rigoroso e analitico».
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Il progetto, prosegue Prodi, deve iscriversi chiaramente in un quadro ispirato ai valori europei. «Poiché le tensioni nel governo per ora in carica sono divenute ingestibili solo dopo la divisione fra Lega e 5Stelle sul voto europeo – spiega il professore – chiaro che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea. Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filoeuropea ‘Orsola’, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea. Deve essere un accordo duraturo: non per un tempo limitato ma nella prospettiva dell’intera legislatura».
Perché questo sia credibile è innanzitutto necessario che contenga, in modo preciso e analitico, i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria. «Non sarà certo facile – aggiunge Romano Prodi – trovare l’unità necessaria per definire questo programma fra partiti che si sono tra di loro azzuffati per l’intera durata del governo e che hanno perfino un diverso concetto del ruolo delle istituzioni». Altra condizione imprescindibile è l’unità del Pd: il rischio scissioni nel partito sul dialogo con il M5s va assolutamente scongiurato. «È necessario che la posizione prevalente possa portare avanti in modo deciso e fermo le decisioni prese, senza che esse vengano continuamente messe in discussione, anche con ipotesi di scissione».