Siamo arrivati al consueto passaggio dall’ora legale a quella solare: lancette indietro di un’ora (dalle 3 alle 2), le giornate diventano più corte e si dorme un’ora in più. Potrebbe sembrare un vantaggio: in realtà il cambio d’ora incide negativamente sul sonno e sui consumi degli italiani. Forse però potrebbe essere l’ultima volta, dato che il Parlamento europeo a marzo ha votato a favore dell’abolizione del cambio stagionale. L’ora solare sarà in vigore fino al 29 marzo 2020, poi dipenderà dalla decisione di ciascuno Stato membro. L’Italia ha tempo fino ad aprile del 2020 per comunicare la propria decisione.
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Secondo quanto stabilito dal Parlamento europeo, i Paesi che decidono di mantenere l’ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l’ora solare l’ultima domenica di ottobre dello stesso anno. L’Italia non ha ancora preso una posizione in merito riguardo al fatto di mantenere l’ora solare oppure di abolirla definitivamente, al contrario della Francia, che ha deliberato, dopo una consultazione popolare indetta dall’Assemblea Nazionale, di bandirla per sempre.
Ma perché questo cambio? Le ragioni principali di chi vuole abolire l’ora solare sono di natura economica, legate cioè alla possibilità di ottenere un risparmio in termini di spesa energetica. Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, aveva stimato in relazione all’ultimo passaggio all’ora legale, avvenuto il 31 marzo 2019, un minor consumo di energia elettrica pari a circa 510 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200mila famiglie. Non solo, dal punto di vista ambientale, sempre Terna ha calcolato anche minori emissioni di anidride carbonica in atmosfera pari a 250mila tonnellate. Secondo uno studio condotto da Terna l’ora legale tutto l’anno garantirebbe il massimo beneficio in termini di risparmi energetici: ai circa 500 milioni di kilowattora che gia? si risparmiano mediamente con il sistema di ora legale attualmente in atto, cioè per i mesi da aprile a ottobre, si aggiungerebbero altri 300 milioni di kilowattora se si estendesse il regime di ora legale anche ai periodi invernali, per un totale di circa 800 milioni di kilowattora risparmiati in un anno, corrispondenti a 400mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera. Il risparmio economico annuo complessivo ammonterebbe invece a 160 milioni di euro.