Una battuta fatta cadere, per caso, sul palco di un comizio a Ravenna. Poi i post sui social: «La Nutella è fatta con nocciole turche e io scelgo di mangiare italiano». E ancora tutti a chiedersi perché Matteo Salvini sia partito all’attacco della multinazionale di Alba. Il motivo è di tipo comunicativo: le sardine hanno spostato l’attenzione mediatica lontano da Salvini e lui se la prende con la Nutella. Detta così non ha molto senso, ma se guardiamo i trend topic sui social i Nutella Biscuits sono stati in vetta alle classifiche per settimane perché introvabili.
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E così per una questione di algoritmi e massimi sistemi di Facebook la parola più cliccata in quel momento, “Nutella”, viene accostata a Salvini, consentendogli di tornare a dominare l’arena mediatica.
Ma andiamo con ordine. Le sardine al momento sono l’unico “avversario mediatico” degno di nota di Matteo Salvini. Ora l’interesse si è spostato fuori dall’ambito dell’accrescimento personale e del controllo della macchina salviniana: i follower e i detrattori elogiano, contestano, urlano, insultano ma non lo fanno più sulla sua pagina. E questo è un problema. Senza quella partecipazione sulla pagina si perde velocemente la vetta della notorietà algoritmica, e anche nei consensi.
E allora che fare? I nuovi biscotti alla Nutella sono stati trend topic sul social, tutti parlavano di Nutella e a modo suo, per recuperare centralità, Salvini si è inserito sul tema. Confidando giustamente sul fatto che l’algoritmo avrebbe associato alla parola più cliccata in quel momento (Nutella) a quella di Salvini. Ed il gioco è fatto. Avrà azzeccato forse il tema, ma ha sbagliato il messaggio, puntando ancora una volta sul sovranismo (stop alle nocciole straniere) che in materia di Nutella non si è rivelato funzionante. E così, sfruttando ancora l’effetto dei social, ha fatto marcia indietro.