Nelle ultime settimane l’epidemia di coronavirus ha riportato al centro dell’attenzione nazionale lo stato della sanità italiana e, in particolare, i tagli che avrebbe ricevuto negli ultimi anni e che oggi ne limiterebbero la capacità di contrastare il contagio. A cominciare dai posti letto. Negli ultimi 10 anni il numero di ospedali è diminuito da circa 1.200 a circa 1.000. E il numero dei posti letto è passato da circa 225 mila a circa 191 mila. Ma questa riduzione non è una caratteristica solo degli ultimi dieci anni.
Il più recente rapporto sullo stato del Ssn, Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, pubblicato a settembre 2019 con dati riferiti al 2017, dice che «l’assistenza ospedaliera si è avvalsa di 1.000 istituti di cura, di cui il 51,80% pubblici ed il rimanente 48,20% privati accreditati. Risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture».
LEGGI ANCHE: L’Oms: «Il coronavirus è una pandemia»
Dieci anni prima, nel 2007, c’erano «1.197 istituti di cura, di cui il 55% pubblici ed il rimanente 45% privati accreditati» e, di nuovo, «risulta confermato il trend decrescente del numero degli istituti, già evidenziatosi negli anni precedenti, effetto della riconversione e dell’accorpamento di molte strutture». Dunque non solo in 10 anni il numero degli istituti di cura è diminuito di circa 200 unità, ma il trend di decrescita era già in corso nel decennio precedente, prima della crisi economica e dell’austerity.
Anche il numero dei posti letto, come il numero di ospedali, è crollato negli ultimi decenni. Nel 1998 erano circa 311 mila, nel 2007 erano calati di quasi 90 mila unità, arrivando a circa 225 mila e nel 2017, ultimo dato disponibile, erano circa 191 mila. In rapporto al numero di abitanti, siamo passati da 5,8 posti letto ogni mille abitanti del 1998, a 4,3 nel 2007 e a 3,6 nel 2017. La cosa interessante è che nel rapporto del 1998 già si scriveva che, attestandosi a 5,8, «l’indicatore posti letto per 1.000 abitanti risulta sensibilmente diminuito in questi ultimi anni». Anche in questo caso, del resto collegato a quello del numero di ospedali, la riduzione sembra insomma essere un fenomeno che ha oramai più di 25 anni e che non coincide con l’andamento crescente della spesa pubblica per la sanità.
La spesa dello Stato per la sanità è costantemente cresciuta in valore assoluto negli ultimi 20 anni. È però vero che negli ultimi dieci, in particolare, sia cresciuta meno di quanto non venisse promesso nelle varie leggi di Bilancio e soprattutto dal 2010 in poi abbia iniziato a calare come spesa in percentuale del Pil (dal 7 per cento al 6,6 per cento).