La domanda è sempre la stessa: riaprire il prima possibile, almeno nelle regioni in cui la diffusione del coronavirus sembra essere più contenuta. La data che le regioni vorrebbero per riaprire i negozi al dettaglio è quella dell’11 maggio ma il Governo non cede: le aperture, comunque differenziate su base regionale, inizieranno dal 18 maggio. Ma lo strappo è venuto dalla provincia autonoma di Bolzano. Il Consiglio provinciale ha approvato in seduta notturna una legge che accelera la fase 2 in Alto Adige. I negozi potranno aprire già nel pomeriggio, dopo la pubblicazione sul Bollettino ufficiale, anche se la Provincia suggerisce ai commercianti di aprire comodamente da sabato mattina. Lunedì 11 maggio toccherà a parrucchieri, bar, ristoranti e musei.
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«La Provincia di Bolzano intende affrontare questa fase 2 all’insegna dell’applicazione della nostra autonomia, dopo che Roma per settimane non ha ascoltato le richieste per una differenziazione regionale delle misure», ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher. L’andamento dell’epidemia, che in Alto Adige ha portato ad avere un indice di contagio R0 al di sotto dell’1. E questa è stata secondo il governatore la pre-condizione per arrivare a fissare le regole locali per la ripartenza.
L’ordinanza prevede l’immediata ripresa delle attività economiche con la riapertura delle attività commerciali, produttive industriali e artigianali. Gli spostamenti all’interno della Regione potranno essere effettuati senza autodichiarazione e senza motivo di necessità. Oltre al confini regionali, invece, restano valide le norme nazionali e quindi gli spostamenti restano permessi solo per motivi di salute, lavoro o necessità. Per quanto riguarda gli spostamenti verso il resto del Paese, le lezioni scolastiche e universitarie, le manifestazioni sportive, valgono le normative nazionali.
Da lunedì 11 maggio, sempre nel rispetto delle norme del distanziamento e precauzioni sanitarie, riapriranno le attività inerenti servizi alla persona (parrucchieri, barbieri, estetisti, centri estetici), servizi di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), e musei, istituzioni culturali comprese biblioteche e centri giovanili. Possono riaprire anche le piscine all’aperto, ma non quelle al chiuso o le saune. Dal 18 maggio, sempre seguendo dettagliati protocolli di sicurezza, torneranno ad essere offerti i servizi per l’infanzia con gruppi ridotti (massimo quattro bambini al di sotto dei sei anni e massimo sei bambini per quelli al di sopra) che non dovranno avere contatti fra loro. Sarà data la precedenza ai bambini i cui genitori, che per ragioni di lavoro o per altri motivi, non sono in grado di seguire personalmente i propri figli.Il 25 maggio riapriranno tutte le strutture ricettive presenti sul territorio provinciale e gli impianti a fune.
Anche il vicino Friuli Venezia Giulia accelera sulla ripartenza: il governatore Massimiliano Fedriga ha annunciato che da lunedì 11 maggio riapriranno le attività di commercio al dettaglio sul territorio regionale. «Lunedì ripartiamo, ma non proprio con tutto. Abbiamo fatto una proposta molto responsabile: abbiamo detto, partiamo lunedì con il commercio al dettaglio e dal 18 con le attività mancanti», ha spiegato Fedriga. Oltre all’anticipo dell’apertura per il commercio al dettaglio e la possibilità, con proprie ordinanze, di disporre le ulteriori aperture dal 18 maggio, Fedriga ha ribadito la necessità che dal Governo giunga una puntuale programmazione: «Non abbiamo certezza sull’evoluzione di un possibile aumento contagi, ma questo – ha proseguito Fedriga – non sarà certo determinato dall’apertura del negozio di borsette: temo molto di più il possibile mancato rispetto delle regole di distanziamento, laddove ci sono migliaia di lavoratori gomito a gomito. Gli esercenti sono pronti, hanno già i protocolli di comportamento siglati dalle sigle di categoria e si sono attrezzati per garantire la massima sicurezza».
Da giorni è in corso un pressing delle regioni per rivendicare la possibilità di aperture differenziate in base ai dati territoriali sul contagi. Ma il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia ha ribadito che prima del 18 è impossibile perché bisogna valutare l’andamento dei contagi dopo la fine del lockdown. Un primo controllo sull’andamento della curva epidemiologica ci sarà lunedì prossimo, 11 maggio, e nello stesso giorno si insedierà al Ministero della Salute un comitato scientifico per valutare sulla base di un algoritmo come procede la diffusione del virus regione per regione. Sulla base dei risultati, Ministero della Salute e Regioni decideranno se procedere a ulteriori allentamenti delle misure.
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Resta il fatto che c’è chi tra i governatori ha più fretta di riprendersi il potere di decidere in autonomia le prossime tappe della fase 2. «Sono pronto a far ripartire tutto anche prima del 18 maggio», ha confermato il presidente del Veneto Luca Zaia, seguito a ruota dai presidenti di Friuli Venezia Giulia e Liguria, Massimiliano Fedriga e Giovanni Toti. In realtà il governatore del Veneto non vuole provocare alcuno strappo. E infatti sottolinea che le aperture avverranno «ovviamente» seguendo gli indicatori sanitari e i protocolli di sicurezza tra le parti sociali, che vanno però integrati dalle indicazioni dell’Inail che dovranno stabilire per le singole categorie le nuove disposizioni e che al momento non ci sono ancora.
L’ipotesi più concreta resta dunque una riapertura generalizzata dal 18 maggio decisa autonomamente dalle singole Regioni tenendo conto delle elaborazioni dell’Istituto superiore di sanità. La condizione fondamentale è infatti la conferma del calo dei contagi. Che potrà essere credibile non prima di due settimane dalla fine del lockdown tenuto conto del tempo che intercorre tra il contagio e la manifestazione dei sintomi. È ormai scontato infatti che non ci sarà una gestione uniforme e che saranno «possibili differenziazioni regionali» ma solo dal 18 maggio.
C’è comunque chi si è già mosso. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha emanato un’ordinanza che anticipa al 18 maggio l’apertura di parrucchieri, centri estetici e di bellezza. In Sardegna, invece, dall’11 maggio, potranno riaprire anche parrucchieri e negozi di abbigliamento. Dal 30 aprile in Calabria è «consentita la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismo con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto». È quanto previsto da un’ordinanza per la fase 2 firmata dalla governatrice della Calabria, Jole Santelli. Ordinanza impugnata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.