Iniziano a delinearsi concretamente gli scenari in vista del prossimo Natale. Le direttive del governo verranno ufficialmente comunicate entro il 4 dicembre, quando entrerà in vigore il nuovo Dpcm che stabilirà le modalità di svolgimento delle festività di fine anno. «Altri sacrifici sono necessari — chiede pazienza Giuseppe Conte — Sarà un Natale diverso, o a gennaio rischiamo un alto numero di decessi». Il rischio che la Befana porti con sé la terza ondata del virus fa paura. Quindi, la linea del governo è sempre quella della prudenza: niente spostamenti tra regioni e coprifuoco anche nei giorni di festa.
LEGGI ANCHE: Natale, come si sta preparando l’Europa: i piani di Francia, Germania e Regno Unito
Quella di oggi è una giornata molto importante per capire l’andamento del virus nel nostro Paese: dal report dell’Iss ci si aspetta che l’indice di trasmissibilità Rt scenda a 1 che diverse Regioni attualmente situate nella fascia rossa passino all’arancione o al giallo. Ma dall’esecutivo chiariscono che, anche se i numeri dovessero essere molto confortanti, non sarà possibile commettere gli errori di Ferragosto. Non bisognerà aspettarsi un «liberi tutti». Il governo concederà qualche allentamento ma non mollerà la linea del rigore.
Sugli spostamenti tra regioni e i ricongiungimenti famigliari prevale per ora la linea più rigorista. Come riporta il Corriere della Sera, già nel vertice tra governo e regioni è stato ripetuto che i confini regionali dovranno restare chiusi a dicembre, così come non è accaduto ad agosto. L’errore estivo ha portato una nuova ondata di cui ancora si contano i danni. Rimane la possibilità di tornare a casa, per il resto le deroghe saranno limitate a pochi «casi di necessità», come andare dai genitori anziani o da un nonno rimasto solo, sempre con autocertificazione. Inoltre, è emerso che se prima delle festività tutta Italia sarà nella fascia di rischio più bassa, dalle aree gialle ci si potrà trasferire nelle seconde case, anche in un comune diverso da quello di residenza: senza però superare i confini regionali. In fascia arancione o rossa il trasferimento fuori dal proprio comune non è consentito.
Confermata la linea dura per le vacanze sulla neve che si tradurrà in chiusura degli impianti sciistici. «Il sistema delle vacanze invernali riaprirà quando l’epidemia si sarà raffreddata», ha detto Boccia agli enti locali, promettendo ristori «per tutte le attività che non potranno aprire». Quanto ai viaggi, al ritorno dall’estero bisognerà fare il tampone o stare due settimane in quarantena.
Un accordo tra governo e regioni su possibili variazioni al coprifuoco e di conseguenze agli orari di riaperture delle attività commerciali, ristoranti compresi, è ancora lontano. Per il momento prevale l’intenzione di tenere chiusi bar e ristoranti alle 18, anche durante le feste. Per il governatore della Liguria Giovanni Toti «se davvero si vuole aiutare economicamente le attività avrebbe più senso tenere i ristoranti aperti la sera e chiusi a pranzo, visto che sono chiusi uffici e scuole». Ancora da decidere l’orario dei negozi.
Chi sperava in un allentamento del coprifuoco resterà deluso. Nei giorni scorsi si era parlato della possibilità di prolungare il coprifuoco alle 23 nel periodo natalizio, in modo da permettere la libertà di uscire per fare acquisti se realmente le attività commerciali resteranno aperte fino alle ore 22. Addirittura non era stata esclusa la possibilità di estenderla alle 24 solamente nel giorno di Natale per consentire la partecipazione alle celebrazioni religiose e il ritorno a casa dei fedeli. Ma le parole di Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, hanno gelato ogni aspettativa: «Non sarebbe un’eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima, eresia è non accorgersi dei malati». C’è pertanto da aspettarsi che il divieto di uscire di casa resti invariato alle 22 anche a Natale e a Capodanno.