Le casistiche nazionali, così come i numeri degli studi scientifici pubblicati negli ultimi tempi, evidenziano un aumento di pazienti che lamentano difficoltà respiratoria, ostruzione nasale, roncopatia e apnea notturna, in particolare nelle città a causa dell’inquinamento atmosferico e dell’aumento delle riniti allergiche. L’edema, il gonfiore permanente della mucosa dei turbinati, permette di indicare questa forma con il termine di “rinite ostruttiva”. Allo stesso tempo si assiste anche ad un aumento di pazienti affetti da poliposi nasale associata o meno a sintomi rino-bronchiali. L’ipertrofia dei turbinati e la poliposi nasale oggi possono essere trattati con la laser chirurgia: tecnica moderna, semplice, rapida e indolore.
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I turbinati sono tre formazioni mucose situate all’interno del naso, le cui funzioni sono quelle di riscaldare, depurare, umidificare e regolare il flusso dell’aria inspirata. L’aumento di volume dei turbinati inferiori, per rigonfiamento ed edema della mucosa che li riveste, determinante un quadro di ostruzione nasale, si può riscontrare nelle riniti allergiche, nelle riniti vasomotorie, nelle riniti da abuso di medicamenti locali, in particolare da abuso di gocce e spray nasali vasocostrittori, nelle flogosi croniche della mucosa nasale da inalazione di fumo e sostanze tossiche. Inoltre, è presente anche nei pazienti affetti da reflusso gastro-esofageo: la risalita infatti di succhi gastrici dallo stomaco attraverso l’esofago determina sintomi rino-faringei o sintomi faringo-laringei. Molto spesso il paziente accusa ostruzione nasale per evidente ipertrofia dei turbinati, in assenza di qualsiasi sintomo tipico esofageo.
Le cause della poliposi nasali sono molteplici e possono essere ricercate nell’alterazione del metabolismo dell’acido acetilsalicilico e dell’acido arachidonico, infezioni batteriche e/o micotiche, allergia respiratoria, alimentare e da contatto, patologie autoimmunitarie, tutte condizioni che determinano infiammazione cronica della mucosa nasale. I pazienti affetti da rinite ostruttiva e/o da poliposi nasale, riferiscono oltre alla difficoltà respiratoria altri sintomi quali, scolo di secrezione siero-mucosa dal naso alla gola con conseguente alitosi e faringo-tonsilliti recidivanti, cefalea, secchezza della mucosa orale, episodi di rino-sinusiti per mancata ventilazione dei seni paranasali e alterazione dell’odorato. Questi pazienti, inoltre, riferiscono roncopatia ed episodi di apnea notturna con possibili ed eventuali complicazioni neurologiche e cardio-polmonari.
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Le forme più lievi d’ipertrofia dei turbinati o di poliposi nasale possono essere trattate con cortisonici locali ed eventualmente con antistaminici, quando, però non rispondono più a tali trattamenti l’unica soluzione è quella di ridurre la mucosa che riveste il turbinato o praticare la polipectomia nasale. Si può quindi ricorrere alla decongestione dei turbinati, nel caso dell’ipertrofia dei turbinati, o alla polipectomia nasale, nel caso della poliposi nasale, con laser a diodi che ha lo scopo rispettivamente di ridurre la dimensione dei turbinati ipertrofici o di asportare i polipi nasali creando più spazio al passaggio dell’aria inspirata. Sino a pochissimo tempo addietro si ricorreva alla chirurgia tradizionale, con tutti i rischi del caso, come il sanguinamento nasale, e per ottenere la riduzione del volume del turbinato, si eseguivano interventi chirurgici che alteravano l’anatomia del naso come la turbinotomia, la resezione parziale del turbinato, e la turbinectomia, l’asportazione del turbinato in toto. Nel caso della poliposi nasale si eseguiva l’intervento chirurgico in anestesia generale. I rischi di una chirurgia vecchia non sono solo il sanguinamento profuso intraoperatorio, l’emorragia post-chirurgica, l’apposizione di tamponi nasali per giorni, le infezioni ricorrenti, il recupero post-operatorio molto lungo, ma anche l’alterazione delle funzioni di riscaldamento, depurazione e umidificazione del flusso di aria inspirata diretta verso i polmoni, determinando broncospasmo ed asma.
Una validissima alternativa agli interventi tradizionali è rappresentata dalla laser chirurgia che si esegue in regime ambulatoriale, in anestesia locale di contatto (utilizzando uno spray anestetico, senza iniezioni), utilizzando una fibra laser, che ha la funzione di vaporizzare l’acqua contenuta nelle cellule della mucosa che riveste il turbinato, causando una immediata e netta riduzione delle dimensioni dello stesso, lasciando integra la superficie della mucosa e rispettando l’anatomia delle strutture nasali. Nel caso della poliposi nasale la fibra laser inizialmente apre in due la formazione polipoide, ne vaporizza il contenuto acquoso e successivamente permette di asportare i residui del polipo stesso. I turbinati, quindi, dopo questo trattamento mantengono tutte le loro funzioni di filtrazione, riscaldamento ed umidificazione dell’aria inspirata.
Oggi la chirurgia otorinolaringoiatrica si avvale anche di un laser dall’effetto ottico, una rivoluzione in questo settore per l’alto grado di precisione del taglio unito a un ottimo effetto di coagulazione. Con un software intuitivo, il nuovo laser ha la capacità di tagliare e coagulare grazie ad un “effetto ottico” (e non più termico), reso possibile dall’ottimale assorbimento della radiazione laser a 980mm da parte dell’emoglobina e dell’acqua. Il vantaggio della “cauterizzazione ottica” di questo innovativo laser è l’assenza di danno termico riportato dal tessuto circostante e la creazione di una emostasi più solida e duratura con maggiori benefici per il paziente.
La seduta laser dura in media cinque minuti per lato nel caso della decongestione del turbinato, circa 30 minuti nel caso della poliposi nasale, e il paziente potrà ritornare a domicilio senza tamponi nasali e senza nessuna limitazione nelle mansioni quotidiane. In relazione ai risultati ottenuti il laser rappresenta, quindi, nella chirurgia dei turbinati, la migliore tecnica per trattare la rinite ostruttiva, e nella poliposi nasale una valida alternativa. Inoltre, con la laser chirurgia possono essere rimossi piccoli speronei ossei, piccole creste ossee, e molto spesso si evita di sottoporre il paziente ad intervento chirurgico di settoplastica.