Ancora cattive notizie sul fronte Astrazeneca. L’ultimo stop, nella tortuosa corsa al vaccino anti-Covid di Oxford, arriva dall’Agenzia europea per il farmaco (Ema): «Improbabile il via libera a gennaio». Il vice direttore esecutivo Noel Wathion ha spiegato che l’azienda non ha ancora fatto domanda per l’autorizzazione e che servono ancora «altri dati sulla qualità del vaccino». Un duro colpo per il piano vaccinale italiano, che con 40 milioni di dosi ha puntato moltissimo sulla formula inglese e che deve fare i conti con una serie di intoppi che stanno frenando AstraZeneca, da cui dipende quasi il 60% delle dosi previste per i primi tre mesi del 2021.
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L’allungamento dei tempi nell’approvazione del vaccino di Oxford sarebbe una questione di efficacia e non di sicurezza. Secondo quanto rivelato dal professor Francesco Broccolo dell’Università Bicocca di Milano, «i problemi non sembrano riguardare la sicurezza ma piuttosto all’efficacia valutata con un protocollo poco lineare». Il virologo parla di dati ottenuti da una dose seguita da una seconda «variabilmente somministrata», o mezza dose «per errore seguita da una dose piena». In questo modo non tutti i soggetti sarebbero stati sottoposti al richiamo negli stessi tempi, portando, come spiega Broccolo, «a un elemento di difficile interpretazione sulla reale percentuale di efficacia».
Nelle scorse settimane, AstraZeneca e Oxford avevano dapprima annunciato una efficacia del 90%, poi avevano chiarito che quella percentuale era relativa alla somministrazione di una dose e mezza di prodotto, e che con due dosi il risultato si abbassava al 70%. Il prodotto è stato però poi sottoposto a una nuova sperimentazione, ancora in corso, dopo che i dati preliminari sulla fase 3 avevano suscitato più di una perplessità nella comunità scientifica internazionale.
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La mancata approvazione nel mese di gennaio avrebbe conseguenze rilevanti anche per l’Italia. Il governo, stando a quanto stipulato, al momento, all’interno del piano europeo, dovrebbe ricevere 26,92 milioni da Pfizer/BioNTech; 10,768 milioni da Moderna; 40,38 milioni da AstraZeneca; 53,84 milioni da Johnson&Johnson; 40,38 milioni da Sanofi; 30,285 milioni da CureVac. Per un totale di 202,573 milioni di dosi.
Al momento soltanto il vaccino di Pfizer-BioNTech è stato approvato dall’Ema: le dosi sono in arrivo in tutta Europa. Il vaccino di Moderna, approvato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, non è ancora stato approvato dall’Unione europea (lo sarà a giorni, il 6 gennaio). Il terzo vaccino ad arrivare sul mercato europeo dovrebbe essere quello di AstraZeneca, di cui l’Italia ha acquistato moltissime dosi. Per ovviare al rallentamento relativo all’approvazione del vaccino di AstraZeneca, l’Unione europea ha deciso di aumentare di 100 milioni di dosi l’acquisto di vaccini Pfizer: «Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive del vaccino BioNTech/Pfizer, già in uso per vaccinare gli europei»», ha scritto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. «Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno!».