Silvio Berlusconi dice sì, Giorgia Meloni si arrocca sul no, mentre Matteo Salvini si mostra possibilista: la coalizione del centrodestra non è più compatta come qualche giorno fa quando si è presentata davanti al presidente della Camera, Roberto Fico. Ne consegue che i tre partiti – Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega – si presenteranno separatamente alle consultazioni del premier incaricato Mario Draghi. Secondo il calendario delle consultazioni dalle 15 alle 16 sarà da Mario Draghi il gruppo Fdi, dalle 17.30 alle 18.30 quella di Forza Italia e domani toccherà alla Lega di Matteo Salvini dalle 11 alle 12.
Forza Italia apre all’appoggio dell’esecutivo a guida Draghi che «va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese». Sarà il Cavaliere in persona a guidare la delegazione che si dovrà confrontare con Draghi. «È il leader di Forza Italia, quindi sarà lui a guidare la delegazione , parlerà lui con Draghi. Del resto fu lui a indicarlo come governatore alla Banca centrale europea, tra loro c’è un’antica conoscenza e assonanza sulle politiche economiche seguite quando era alla guida della Bce», ha spiegato il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Una presenza di peso quella di Silvio Berlusconi che sembra essere un riconoscimento pieno a Draghi e che inevitabilmente allontana gli azzurri da Salvini e Meloni.
All’interno della Lega c’è una discussione accesa fra l’ala moderata, cui fa capo il vicesegretario Giancarlo Giorgetti, che spinge da tempo per il sostegno a un esecutivo di «salvezza nazionale», e l’ala sovranista che vede nelle urne la via maestra. Ma il segretario resta possibilista. «Noi siamo liberi da condizionamenti. Per noi l’interesse dell’Italia viene prima degli interessi di partito. Incontreremo Draghi senza pregiudizi, gli porteremo le richieste della Lega. Poi toccherà a lui scegliere tra la Lega e Grillo». E ancora: «In base alle risposte che avremo durante le consultazioni faremo le nostre scelte. Qualunque sarà la nostra scelta, sarà la scelta di tutti perché quando si sceglie, la Lega si muove come un sol uomo».
Di tutt’altro avviso si è sempre mostrata Fratelli d’Italia. «Non c’è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d’Italia al governo Draghi», ha detto infatti Giorgia Meloni, sottolineando che «gli italiani hanno il diritto di votare». L’ipotesi di un compromesso potrebbe tuttavia esserci anche per Fratelli d’Italia e si concretizzerebbe nell’astensione. «Credo nella compattezza del centrodestra, so che altri hanno altre posizioni – ha spiegato la Meloni -. Ho proposto una astensione se lo fa tutto il centrodestra: faccio mezzo passo se il resto del centrodestra fa mezzo passo verso di me».