«Serve massima prudenza su tutto il territorio nazionale». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di pubblicare un appello su Facebook dopo il primo sabato di zona gialla in quasi tutta Italia. Il riferimento è alla folla che, complice il clima primaverile, ha riempito le strade delle grandi città, da Nord a Sud: ristoranti presi d’assalto, lungomari affollati e centri storici gremiti hanno caratterizzato il primo week end giallo. «Non dobbiamo vanificare i progressi delle ultime settimane, risultato dei sacrifici fatti finora. Zona gialla non significa scampato pericolo», ha ammonito Speranza. La preoccupazione nasce non solo dai comportamenti irresponsabili, ma anche da quello che sta accadendo in molte aree del Paese: da lunedì tutta la provincia di Perugia sarà in zona rossa. E provvedimenti analoghi sono stati presi per altri comuni dalla Toscana all’Abruzzo.
Serve massima prudenza su tutto il territorio nazionale.
Non dobbiamo vanificare i progressi delle ultime settimane,…Pubblicato da Roberto Speranza su Domenica 7 febbraio 2021
A preoccupare sono i nuovi focolai locali scoppiati a causa delle varianti, che se non controllati rischiano di riportate l’Italia in lockdown, come accaduto nel resto d’Europa. Il quadro dal tracciato dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, è chiaro: «Si registra la circolazione di varianti virali, per cui è necessario prendere dei provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti». Quindi, anche anche se quasi tutta Italia è in zona gialla e la curva dei contagi si mantiene stabile, le singole Regioni possono all’interno del proprio territorio stabilire delle zone rosse laddove sia verificata la presenza della variante inglese e di quella brasiliana.
E in effetti sia in Toscana che in Abruzzo che in Umbria sono state già annunciate zone rosse dopo la scoperta di cluster collegati alle mutazioni del Covid-19, a loro volta caratterizzate da una maggiore contagiosità. Il presidente della Toscana Eugenio Giani ha reso noto che fino al 14 febbraio sarà zona rossa il comune di Chiusi, in provincia di Siena. «Varianti al virus più aggressive e di rapida trasmissione – ha scritto il governatore sulla propria pagina Facebook – sono state registrate al confine con la regione Umbria, nel comune di Chiusi. Con il sindaco Juri Bettollini abbiamo concordato, in modo preventivo e precauzionale, le misure della zona rossa per una settimana all’interno del territorio municipale da domenica 7 al 14 febbraio».
🟡 Ho appena parlato con il Ministro Roberto Speranza, abbiamo concertato che resteremo per la quinta settimana…
Pubblicato da Eugenio Giani su Venerdì 5 febbraio 2021
La variante inglese fa paura anche all’Abruzzo. «In provincia di Chieti – ha detto Rezza – è stata riscontrata la circolazione della variante Voc, meglio nota come variante inglese, caratterizzata da maggiore trasmissibilità. L’efficacia del vaccino non viene inficiata dalle mutazioni di questa variante ma è chiaro che bisogna intervenire tempestivamente perché sembra possa infettare di più, rispetto ai ceppi normalmente circolanti, la popolazione pediatrica. Attualmente in provincia di Chieti vengono condotti screening con tamponi ripetuti sulla popolazione dei comuni interessati, è chiaro che essendo vicino anche alla provincia di Pescara la sorveglianza va rafforzata e quello che si sta facendo in queste ore è l’implementazione di zone rosse nei comuni colpiti». Il Presidente della Regione, Marco Marsilio, ha previsto la zona rossa per i comuni di Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria.
Situazione critica anche in Umbria, dove a circolare non è solo la variante inglese ma anche quella brasiliana. La presidente della Regione Donatella Tesei ha firmato una ordinanza che fa scattare a partire da domani, lunedì 8 febbraio, la zona rossa in tutta la provincia di Perugia a causa dello scoppio di focolai collegati alle varianti inglese e brasiliana. Lo stesso provvedimento sarà valido per i comuni di Amelia, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Lugnano in Teverina, Montegabbione, San Venanzo, in provincia di Terni.