È l’arma contro il Covid che tutti attendevano. Con 200 milioni di dosi prenotate, il vaccino Johnson & Johnson potrebbe emancipare l’Europa, e il nostro Paese, dai problemi di fornitura incontrati fino ad ora con Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca. In più ha molti più vantaggi rispetto agli altri prodotti disponibili perché si conserva a temperature da frigo (tra 2 e 8 gradi) e soprattutto è monodose.
Per il momento gli Stati Uniti sono l’unica nazione nel quale si potrà usare il vaccino di Johnson & Johnson. La Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia federale statunitense che si occupa di farmaci, ha autorizzato l’uso del vaccino contro il coronavirus sviluppato dalla multinazionale statunitense Johnson & Johnson. Le prime consegne negli Stati Uniti sono previste già nei prossimi giorni e Johnson & Johnson ha promesso di consegnare 100 milioni di dosi entro giugno.
Per l’eventuale distribuzione anche al livello europeo, invece, bisognerà attendere almeno fino all’11 marzo quando è prevista la decisione da parte dell’Ema. L’Unione Europea aveva già prenotato 200 milioni di dosi del vaccino Johnson & Johnson, con un’opzione per acquistarne altri 200 milioni. All’Italia, entro la fine dell’anno, dovrebbero arrivare 26 milioni di dosi del vaccino, ma non è chiaro quando potranno cominciare le consegne: a gennaio Johnson & Johnson aveva infatti parlato di problemi che ne stavano rallentando la produzione.
Secondo un’analisi diffusa dalla Food and Drug Administration il vaccino di Johnson & Johnson fornisce una buona protezione contro le forme più gravi di Covid-19, riducendo il rischio di ricovero in ospedale e di morte a causa delle complicazioni dovute dalla malattia. Il vaccino sembra anche ridurre la diffusione del coronavirus da parte di chi è vaccinato, ma i dati su questo aspetto sono ancora preliminari. L’efficacia rilevata in media è stata del 72% negli Stati Uniti e del 64% in Sudafrica, 7 punti percentuali in più di una precedente rilevazione di gennaio. Contro le forme più gravi di Covid-19, la percentuale di efficacia è invece risultata dell’86% negli Stati Uniti e dell’82% in Sudafrica, dove da alcuni mesi si è diffusa una variante del coronavirus che sembra essere più contagiosa. Le percentuali di efficacia rilevate sono inferiori rispetto a quelle di altri produttori, ma il vaccino di Johnson & Johnson ha il vantaggio di essere monodose e non richiede di essere conservato in potenti congelatori.
A differenza di Pfizer-BioNTech e Moderna, che hanno realizzato vaccini basati sull’Rna messaggero, Johnson & Johnson, come AstraZeneca, ha basato il loro preparato su un adenovirus che non causa particolari problemi di salute, nel quale è stato inserito un gene contenente le istruzioni per produrre una proteina del coronavirus. Quando si riceve una dose, gli adenovirus inducono alcuni tipi di cellule a produrre copie della proteina, che viene poi riconosciuta come una minaccia dal sistema immunitario. In questo modo, il nostro organismo impara a sviluppare una difesa contro la proteina del coronavirus, senza dover entrare in contatto con il coronavirus vero e proprio, evitando i rischi del caso.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso soddisfazione per il via libera dell’Fda al vaccino contro il coronavirus di Johnson & Johnson, il terzo a essere approvato negli Stati Uniti. «Questa è una fantastica notizia per tutti gli americani, nonché uno sviluppo incoraggiante nei nostri sforzi per porre fine alla crisi», ha dichiarato Biden in una nota, avvertendo però che «non possiamo abbassare la guardia ora o dare per scontato che la vittoria sia inevitabile».