Sul sito del Ministero delle Infrastrutture, è stato recentemente pubblicato il decreto 30 dicembre 2020, n. 627, istitutivo della Commissione nazionale per il dibattito pubblico. La Commissione così istituita rappresenta un passo avanti nell’attuazione del Codice dei contratti pubblici.
In base al comma 2 dell’art. 22 del Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 50 del 18 aprile 2016), infatti, le grandi opere infrastrutturali ed architettoniche aventi impatto sull’ambiente, sulla città e sull’assetto del territorio sono oggetto di consultazione pubblica. Il DPCM 10 maggio 2018, n.76, adottato in attuazione dell’art. 22 cit., ha approvato il regolamento sulle modalità di svolgimento del dibattito pubblico e sulle opere ad esso soggette.
In base all’art. 2 di detto DPCM, per dibattito pubblico deve intendersi “il processo di informazione, partecipazione e confronto pubblico sull’opportunità, sulle soluzioni progettuali di opere, su progetti o interventi di cui all’Allegato 1” del medesimo DPCM, affidati dopo il 10 maggio 2018.
L’Allegato al DPCM indica opere di particolare impatto, quali autostrade, ferrovie, porti, ma anche impianti sportivi ed industriali che comportino investimenti complessivi superiori a 300 milioni di euro al netto di IVA.
Democrazia e partecipazione. Il DPCM 10 maggio 2018 detta anche le modalità di monitoraggio sull’applicazione dell’istituto del dibattito pubblico (che deve concludersi entro 4 mesi dal suo avvio) e, a tale scopo, istituisce la Commissione Nazionale per il dibattito pubblico, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il compito fondamentale della Commissione è quello di raccogliere e pubblicare informazioni sui dibattiti pubblici in corso di svolgimento o conclusi e di proporre raccomandazioni per lo svolgimento del dibattito pubblico.
In base al Regolamento del 9 aprile 2021, i compiti specifici della Commissione sono i seguenti:
• “monitoraggio;
• pareri e raccomandazioni;
• vigilanza e controllo;
• pubblicità ed informazione;
• relazione al Parlamento”.
L’istituzione della Commissione rappresenta un tassello importante nella direzione della democrazia partecipata, un tema caro ad alcune associazioni (ad es. Carte in Regola) che da tempo ne fanno la loro bandiera e la loro battaglia, che, recentemente, si era svolta sul campo…. della Roma.
Lo sfortunato caso della AS Roma. Come qualcuno saprà, la società proprietaria della AS Roma, il 26 febbraio 2021, ha annunciato di non poter più portare avanti il progetto dello “stadiofattobene” (l’impianto di Tor di Valle) e di voler ipotizzare la realizzazione di una struttura più piccola e con diverse caratteristiche.
Quanto costerà questo ipotetico impianto sportivo da “soli” 45.000 posti? L’ammontare degli “investimenti complessivi” supererà i 300 milioni di euro? Se così fosse, la Roma dovrebbe sottoporre il suo nuovo progetto (chissà se lo chiameranno lo “stadiofattobenino”?) a dibattito pubblico, a partire dal “se” conviene ed è opportuno farlo.
Non è detto, però, che questo eventuale passaggio istruttorio debba per forza di cose portare ad un rallentamento del processo decisionale. In fin dei conti, il progetto dello “stadiofattobene” è stato archiviato dopo nove anni di trafile burocratiche che, a quanto pare, non sono servite a nulla.