Arriva la data ufficiale per la nascita del “green pass”, il sistema pensato dall’Unione europea per permettere di muoversi e viaggiare in sicurezza all’interno dei territori dell’Ue. «Dal 1° giugno saremo pronti. Stiamo procedendo velocemente sotto il profilo tecnico e legislativo», ha detto il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton. Il sistema operativo del pass, che funzionerà tramite app, «dovrà poi essere editato e implementato dagli Stati membri – ha aggiunto Breton – così da raggiungere la piena operatività nel mese di luglio».
Come molti governi nazionali, anche la Commissione Europea guarda infatti alla stagione turistica. In Italia, come annunciato dal premier Draghi, gli spostamenti tra le regioni di fascia gialla saranno liberi da maggio, mentre per muoversi tra regioni che si trovano in fasce diverse – in assenza di motivi di salute, lavoro o necessità – bisognerà avere un certificato che dimostri di essere stati sottoposti al vaccino (con doppia dose nel caso di vaccini che lo prevedano), di avere un tampone negativo (antigenico o molecolare) effettuato nelle 48 ore precedenti o di aver avuto il Covid ed essere guariti (dunque test sierologico, più tampone per attestare l’attuale non positività).
In Danimarca il passaporto vaccinale sarà operativo dal 21 maggio, il giorno in cui ci si aspetta che tutti i pazienti ad alto rischio e tutti gli «over 50» siano completamente vaccinati. Per ora solo a uso domestico, il «Coronapas» si può scaricare dal sito del ministero o ricevere su carta. E permette già ora di accedere ai servizi non essenziali come il parrucchiere, il cinema, i ristoranti. Ma le autorità sanitarie non escludono di usarlo in seguito per viaggiare.
La Cina è stato il primo Paese a emettere un «passaporto vaccinale» che attesta l’immunizzazione per il Covid-19. Si può ottenere sulla piattaforma WeChat, è disponibile al momento solo per i cittadini cinesi e non è obbligatorio. Il certificato contiene un codice Qr che consente alle autorità degli altri Paesi di ottenere le informazioni sanitarie dei turisti provenienti dalla Cina. In patria un sistema di codici Qr viene già utilizzato per regolare l’accesso ai trasporti: un’app produce un codice «verde» se l’interessato non è stato in stretto contatto con persone infette.
In Israele, dove la campagna vaccinale procede con ritmi tra i più spediti al mondo, il ministero della Salute ha introdotto un «libretto verde» per i cittadini che hanno già ricevuto le due dosi di Pfizer. È essenzialmente un certificato vaccinale valido da sette giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Chi ce l’ha può evitare l’isolamento dopo il contatto con un positivo, dopo un viaggio all’estero, ma soprattutto può viaggiare nelle «isole verdi», aree turistiche del Paese (e in Grecia e a Cipro). Non diventa esente, però, dall’obbligo di mascherina.
In Arabia Saudita le immagini dei pellegrini che hanno celebrato alla Mecca il 13 aprile l’inizio del Ramadan, hanno fatto il giro del mondo. Ma tutti erano dotati delle app Tawakkalna e Eatmarna, «passaporti sanitari» che dimostravano di avere le condizioni per l’accesso: essere già guariti dal Covid, avere ricevuto due dosi di un vaccino o almeno una dose negli ultimi 14 giorni.