Mancano ormai pochi giorni: il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà presto consegnato alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. Tra le sfide più ambiziose c’è quella di rendere l’Italia protagonista del Green Deal europeo. La scadenza è prevista il 30 aprile, ma il governo Draghi ha lo ha già inviato alle Camere in vista della discussione parlamentare e del successivo voto.
C’è un intero capitolo del Recovery plan dedicato alla transizione ecologica, ed è quello che assorbirà la quota più importante di risorse europee. Per quella che Mario Draghi ha accettato di chiamare “rivoluzione verde”, il Piano nazionale di ripresa e resilienza assegna la dote più significativa, ora pari a 59,3 miliardi (contro i 57,5 miliardi delle ultime bozze del Pnrr). A questi si aggiungono 9,3 miliardi provenienti dal Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri lo scorso 15 aprile, per un totale dei 68,6 miliardi (sui 222,1 miliardi assicurati dal Recovery Plan all’Italia).
«Le decisioni sulle attività e i progetti che realizzeremo nei prossimi anni – spiega il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini – avranno un impatto su persone e imprese, su economia e ambiente. E’ importante raccogliere pareri, dati e valutazioni per perseguire le attività del Ministero in un’ottica di condivisione finalizzata allo sviluppo sostenibile, in linea con la visione espressa nel cambio del nome di questo Ministero».
I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65% di riciclo dei rifiuti plastici e il 100% di recupero nel settore tessile.
Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50mila edifici l’anno. Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore. Il Piano investe nelle infrastrutture idriche e nella riduzione del dissesto idrogeologico. Sul fronte delle «infrastrutture idriche» l’obiettivo è di «ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15%».
Somme e obiettivi a cui si aggiungono i miliardi stanziati per i trasporti. Il Pnrr stanzia 3,64 miliardi per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Il principale obiettivo è «lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese».