Il garante della privacy dà il via libera all’utilizzo del green pass in Italia e si definiscono le piattaforme che distribuiranno il certificato digitale: il sito web della Piattaforma nazionale-DGC (digital green certificate), il fascicolo sanitario elettronico e le App Immuni e Io, anche se quest’ultima è stata temporaneamente bloccata per alcune criticità riscontrate.
Realizzata dal Dipartimento per la trasformazione digitale e PagoPa, società interamente partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze, l’app Io dovrebbe diventare il portale unico d’accesso ai servizi della pubblica amministrazione. Tuttavia, il servizio ha già incrociato più volte le sue policy con gli interventi del Garante: l’ultimo, un provvedimento correttivo, blocca provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati mediante l’app Io «che prevedono l’interazione con i servizi di Google e Mixpanel, e che comportano quindi un trasferimento verso Paesi terzi (per esempio Usa, India, Australia) di dati particolarmente delicati (per esempio transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), effettuato senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso», scrive l’Autorità in una nota.
Quando sarà attiva la piattaforma nazionale emetterà un codice QR che attesta l’inoculazione di almeno la prima dose del vaccino, il risultato negativo di un tampone o il referto della fine dell’infezione dal virus Sars-Cov-2. Il codice potrà essere utilizzato da subito in Italia, perché il sistema di certificazione introdotto dal decreto Riaperture è già attivo con i tre documenti emessi a livello regionale (vaccino, tampone, guarigione) per spostarsi tra regioni gialle e arancioni e partecipare a eventi pubblici sportivi e alle feste dei matrimoni.
Per quello che riguarda l’uso del certificato nell’Unione europea, innanzitutto per spostarsi da un Paese all’altro, bisognerà attendere la fine dell’iter comunitario, prevista per il 1° luglio (mercoledì c’è stata l’approvazione da parte del Parlamento europeo). Il nostro Garante ricorda che «anche il Regolamento europeo sul green pass, attualmente in fase di adozione, prevede che lo stesso possa essere utilizzato dagli Stati membri per finalità ulteriori, rispetto agli spostamenti all’interno dell’Ue, ma solo se ciò è espressamente previsto e regolato da una norma nazionale».