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Poliposi nasale: «Bisturi addio, un farmaco biologico evita l’intervento chirurgico»

Si aprono nuovi scenari per i polipi nasali, il cui trattamento, con farmaci e laser, diventa sempre più medico e meno chirurgico. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia

Redazione di Redazione
Luglio 7, 2021
in Salute
Tempo di lettura: 3 mins read
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Poliposi nasale: «Bisturi addio, un farmaco biologico evita l’intervento chirurgico»

Dimenticatevi il sanguinamento profuso intraoperatorio, l’emorragia post-chirurgica, l’apposizione di tamponi nasali per giorni, le infezioni ricorrenti. Oggi le cose sono cambiate: la poliposi nasale diventa sempre più medica e meno chirurgica. La medicina negli ultimi anni ha vissuto una crescita di conoscenze tale da rivoluzionare la chirurgia otorinolaringoiatrica. In certi casi non si opera più, in altri si fanno interventi molto meno invasivi. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia.

Quali nuovi scenari si aprono per il trattamento della poliposi nasale?
«L’approccio alla poliposi nasale è sempre meno chirurgico. Da qualche mese nei nostri protocolli è stato inserito un farmaco biologico. Molti pazienti affetti da poliposi nasale, che riferiscono anche sintomi rino-bronchiali, quali l’asma, sono stati reclutati nel nuovo protocollo che prevede la somministrazione del farmaco oltre alla immunoterapia specifica per la cura delle allergie e ad una attenta osservazione dell’aspetto metabolico del paziente».

Cosa prevede il nuovo protocollo?
«Da sempre i nostri protocolli trattano la poliposi nasale partendo dalla ricerca delle causa responsabili di tale patologia. I pazienti infatti seguono un serissimo percorso diagnostico al fine di riscontrare tutte le cause responsabili della poliposi nasale e trattarla così in maniera mirata. Se la poliposi nasale è associata ad asma vengono trattati con il farmaco biologico. Diversi studi hanno dimostrato nel paziente asmatico non controllato, IgE mediato, una notevole riduzione delle riacutizzazioni asmatiche gravi cortisone sistemico dipendenti di quasi il 90%, riducendo l’accesso al pronto soccorso ed i ricoveri ospedalieri. Il farmaco ha dimostrato di essere efficace anche nelle forme comorbide di asma e poliposi nasale. Consentendo tramite il suo meccanismo bloccante delle IgE libere circolanti per il 97%, di ridurre quelle sostanze che innescano la produzione della cascata infiammatoria sia a livello nasale che bronchiale».

LEGGI ANCHE: Difficoltà a respirare? La laser chirurgia è la soluzione più rapida e indolore

Come agisce il farmaco biologico sulla poliposi nasale?
«Innanzitutto dobbiamo dire che si tratta di un anticorpo monoclonale appartenente alla classe delle IgG, che agisce legandosi specificamente alle IgE umane (anticorpi che hanno un ruolo nel meccanismo immunologico della allergia) circolanti, impedendo il loro legame con un particolare recettore posto su mastociti e basofili definito FcεR1. In questo modo, il farmaco inibisce la degranulazione mastocitaria, responsabile delle manifestazioni allergiche per rilascio, per esempio di istamina, uno dei mediatori chimici della infiammazione ( molecola organica, appartenente alla classe di ammine biogene). A differenza dei tradizionali farmaci anti-IgE, non interagisce con le IgE già legate ai mastociti e ai basofili. La somministrazione riduce l’infiammazione TH2 migliora i sintomi corralati alle patologie per il quale è indicato ossia asma allergico, orticaria cronica, risnosinusite cronica e polipi nasali, riducendo la richiesta di glucocorticoidi e migliorando sensibilmente la qualità di vita del paziente. Dal punto di vista clinico ciò si traduce con un miglioramento notevole a partire già dopo un mese dall’inizio del trattamento, della sintomatologia asmatica ma soprattutto dei sintomi correlati alla poliposi nasale, migliorando l’olfatto, il gusto, azzerando lo scoloretronasale e la compressione facciale».

 

Perché preferire la cura farmacologica all’intervento chirurgico?
«Il nuovo protocollo farmacologico agisce in modo importante sulle dimensioni del polipo in pazienti con poliposi moderata-grave, sia nel paziente che non ha avuto ancora indicazione alla terapia chirurgica, sia nel paziente post chirurgico, che ha subito diversi interventi chirurgici in anestesia generale proprio per l’alta recidiva della patologia, allungando il tempo tra una recidiva ed un eventuale altra, o azzerando la recidiva stessa».

Quali sono le alternative per trattare la poliposi nasale?
«Qualora il paziente, nonostante i nuovi protocolli farmacologici, metabolici ed immunitari, necessiti di un approccio chirurgico viene trattato con le metodiche innovative utilizzate per la chirurgia mini-invasiva. Tecnica moderna, semplice, rapida e indolore. La laser chirurgia si esegue in regime ambulatoriale, in anestesia locale di contatto, lasciando integra la superficie della mucosa e rispettando l’anatomia delle strutture nasali. Nel caso della poliposi nasale la fibra laser inizialmente apre in due la formazione polipoide ne vaporizza successivamente il contenuto acquoso e successivamente permette di asportare i residui del polipo stesso. I turbinati, quindi, dopo questo trattamento mantengono tutte le loro funzioni di filtrazione, riscaldamento ed umidificazione dell’aria inspirata. La seduta laser dura in media 30 minuti e il paziente potrà ritornare a domicilio dopo circa mezz’ora senza tamponi nasali e senza nessuna limitazione nelle mansioni quotidiane».

 

Tags: Chirurgia otorinolaringoiatricaLaser chirurgiaOmalizumabPoliposi nasale
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