La primaria tiene, ma per il resto c’è un consistente arretramento delle competenze in italiano e matematica sia alle medie che alle superiori. Eccoli i risultati di un anno e mezzo di scuole aperte a singhiozzo e di didattica a distanza. A misurarli ci ha pensato l’Invalsi: due quattordicenni su cinque (con punte del 50-60% al Sud) dopo l’estate entreranno alle superiori con competenze da quinta elementare. E a chi ha appena tagliato il traguardo della Maturità va pure peggio: quasi uno su due è fermo a un livello da terza media, massimo prima superiore.
Non che prima della pandemia le cose andassero molto meglio (le classifiche internazionali come l’Ocse Pisa sono da sempre impietose). Ma in questi due anni c’è stato un vero e proprio crollo degli apprendimenti, soprattutto alle superiori, che sono rimaste sbarrate per la maggior parte del tempo. Che sia «colpa della Dad» lo dimostra il fatto che le due regioni che sono andate in assoluto peggio sono anche quelle che hanno tenuto i cancelli delle scuole chiusi per più tempo: Puglia e Campania. Ecco perché è così importante che a settembre le scuole tornino in presenza: «Stiamo tutti lavorando per la scuola in presenza ma bisogna che si completi l’opera di vaccinazione – ha detto il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi – L’85% degli insegnanti sono vaccinati, ma siamo un po’ indietro con i ragazzi. Bisogna fare un atto di responsabilità collettiva. Faccio un appello, naturalmente lasciando la libertà alle persone».
Si salva solo la scuola primaria: il confronto dei risultati del 2019 e del 2021 restituisce un quadro sostanzialmente stabile. Alle elementari si è riusciti ad affrontare le difficoltà della pandemia garantendo risultati pressoché uguali a quelli riscontrati due anni fa. In italiano non si registrano cali mentre in matematica c’è una leggera diminuzione del risultato medio complessivo rispetto al 2019 e una piccola riduzione del numero degli allievi che raggiungono risultati buoni o molto buoni.
Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto il livello di accettabilità in italiano (nel 2018 e nel 2019, quindi in periodi pre crisi, si era fermi al 34%), con un calo generalizzato in tutto il Paese. Male anche in matematica, dove il 44% dei ragazzi usciti a giugno dalla terza media non ha raggiunto le competenze minime (39% nel 2019, 40% nel 2018). E in entrambe le discipline, ad andare peggio sono gli alunni socialmente svantaggiati. L’inglese sostanzialmente tiene, così come la primaria, dove i risultati 2021 sono in linea con quelli pre-pandemia.
Ma è alle superiori che si assiste a una vera e propria debacle, con il 44% di studenti che non è arrivato al livello minimo in italiano (35% nel 2019) e addirittura il 51%, vale a dire uno su due, in matematica (42% nel 2019). Un altro dato preoccupante riguarda “le diseguaglianze”. Dai dati Invalsi è emerso come il 9,5% degli studenti (pari a circa 40-45mila ragazzi) che esce dalla scuola possiede competenze di base fortemente inadeguate (la cosiddetta “dispersione implicita”). Eravamo al 7% nel 2019.