L’atteso via libera ai Pnrr dell’Italia è finalmente arrivato: a ufficializzare il passaggio, dopo l’approvazione da parte della Commissione europea, sono stati i ministri dell’Economia e delle finanze dei 27 Stati membri riuniti nell’Ecofin. Oltre a quello dell’Italia l’ok è arrivato per i programmi di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.
Sono tutti Stati membri che hanno chiesto un prefinanziamento dai fondi che sono stati loro assegnati in seguito alla pandemia da coronavirus. Il fondo per gli aiuti europeo è di 672,5 miliardi di euro e mira a potenziare la ripresa economica dell’Ue sostenendo le riforme e i progetti di investimento Le aree in cui i Paesi investiranno maggiormente includono la transizione verde e digitale, la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e la coesione sociale e territoriale.
«I ministri dell’economia e delle finanze dell’Ue – si legge in una nota del Consiglio – hanno adottato oggi il primo pacchetto di decisioni di esecuzione del Consiglio sull’approvazione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza. Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna hanno ottenuto il via libera per l’utilizzo dei fondi dell’Ue per la ripresa e la resilienza allo scopo di rilanciare le loro economie e riprendersi dalle conseguenze della Covid-19. Grazie all’adozione di decisioni di esecuzione del Consiglio sull’approvazione dei piani, gli Stati membri possono concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito che consentiranno un prefinanziamento fino al 13 % dell’importo totale». Per l’Italia, si tratta di una cifra di 25 miliardi che dovrebbe arrivare tra luglio e agosto.
Tutti i successivi fondi, che raggiungeranno i 191 miliardi di euro più quelli in arrivo da ReactEu, l’Italia li potrà incassare dimostrando di rispettare gli impegni presi con l’Europa nel Recovery plan. Nel documento sono previste diverse riforme, su cui il governo ha già prodotto i primi risultati come per pubblica amministrazione e giustizia, mentre fisco e concorrenza rimangono ancora cantieri aperti. E poi ci sono i progetti su cui spendere i soldi, che dovranno procedere spediti e raggiungere gli obiettivi previsti entro i tempi concordati. Altrimenti il rischio, oltre che perdere la grande occasione della prima vera redistribuzione europea dopo una crisi, sarà non vedersi rimborsate le spese da Bruxelles, che due volte all’anno verificherà l’avanzamento dei lavori italiani.
Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha rimarcato che «è il vero inizio» dell’operazione Next Generation Eu. Per il presidente di turno dell’Ecofin, il ministro sloveno Andrej Šircelj, le decisioni prese nel vertice di oggi «rappresentano un importante passo avanti nella ripresa economica europea dal momento che consentiranno agli Stati membri di utilizzare i fondi non solo per uscire dalla crisi Covid-19, ma anche per creare un’Europa resiliente, più verde e più digitale, innovativa e competitiva per le prossime generazioni dell’Ue».