L’indice Rt, dopo settimane di calo, ha subito la prima impennata: 0,91 contro lo 0,66 della scorsa settimana. In aumento anche l’incidenza dei contagi da coronavirus, con 19 casi su 100 mila abitanti contro i 9 casi di sette giorni fa (ma nessuna regione, per ora, raggiunge i 50 su 100mila che fanno scattare la zona gialla). Sono i dati contenuti nel monitoraggio settimanale sull’andamento dei contagi di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. Salgono i casi diagnosticati in quasi tutta Italia, con il quadro generale che torna a peggiorare portando 19 Regioni a «rischio moderato» e solo due (Provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta) a rischio basso. Solo due settimane fa tutte e 21 le regioni e province autonome erano a rischio basso.
La circolazione della variante Delta in Italia è in crescita e sta portando a un aumento dei contagi anche in Paesi ad alta copertura vaccinale, pertanto «è opportuno realizzare un capillare tracciamento sequenziamento dei casi. Prioritario – si legge nel report dell’Iss – raggiungere un’elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione in tutti gli eleggibili, con particolare riguardo alle persone a rischio di malattia grave, per ridurre la circolazione virale e l’eventuale recrudescenza di casi sintomatici sostenuta da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità».
Il nuovo report – con i dati relativi alla settimana 5-11 luglio – dipinge un quadro epidemiologico in lieve peggioramento soprattutto tra i giovani, spesso asintomatici. «La trasmissibilità sui soli casi sintomatici – evidenzia il documento – aumenta rispetto alla settimana precedente, pur restano sotto la soglia epidemica, espressione di un aumento della circolazione virale principalmente in soggetti giovani e più frequentemente asintomatici».
Le regioni col tasso di incidenza settimanale più alto sono la Sardegna (33,2 casi ogni 100mila abitanti), la Sicilia (31,8) e il Veneto (26,7); quelle col dato più basso la Valle d’Aosta (3,2), la Basilicata (7,2) e la Puglia (8,1). Toscana, Sicilia e Liguria mostrano i più alti tassi di occupazione terapie intensive, rispettivamente al 3,4%, 3,1% e 2,8%. Il tasso di occupazione più alto nei reparti ordinari, invece, è della Calabria: 5,5%, seguita da Campania (5,1%) e Sicilia (4,6%).
«Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc (l’agenzia europea per le malattie infettive), della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali – avvertono gli esperti – è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale». Anche se i dati epidemiologici sono tornati a crescere, l’impatto sugli ospedali è ancora minimo, con tassi di occupazione ancora in lieve diminuzione: quello delle terapie intensive è al 2%, con una diminuzione del numero dei ricoverati dai 187 del 6 luglio ai 157 del 13 luglio. Al 2% anche il tasso di occupazione dei reparti ordinari con i posti letto occupati che scendono da 1.271 a 1.128.