Non solo le vaccinazioni degli over 60 restano in stallo, ma anche tra i cinquantenni la situazione è preoccupante. L’ultima settimana non ha portato con sé alcuna svolta nella campagna vaccinale delle fasce ritenute più a rischio di sviluppo di una malattia grave, nonostante i richiami del generale Francesco Figliuolo di fronte al dilagare della variante Delta. Anzi per quanto concerne il numero di somministrazioni di prime dosi si è tornati ai livelli di inizio febbraio.
Finora la diminuzione è stata parzialmente nascosta dal numero totale delle dosi, rimasto sopra la soglia minima fissata dalla struttura commissariale, 500mila somministrazioni al giorno, grazie alle seconde dosi già programmate. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, l’apertura delle somministrazioni a tutte le fasce d’età e iniziative come gli open day hanno consentito a tutte le persone che volevano vaccinarsi sia di ricevere la prima dose sia di prenotare la seconda.
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Ma già da metà giugno le cose sono cambiate: adesso la difficoltà non è organizzare i punti vaccinali, ma cercare di riempirli convincendo chi non si è ancora vaccinato. Nonostante i tanti appelli lanciati nelle ultime settimane, infatti, la percentuale dei non vaccinati con più di 60 anni, le persone più a rischio di contrarre forme gravi della malattia, è rimasta piuttosto alta: mancano ancora oltre 2 milioni di persone che le aziende sanitarie hanno già provato a contattare senza successo in diversi modi, attraverso i medici di famiglia o casa per casa, con ambulanze attrezzate per le somministrazioni inviate nei quartieri delle città.
Ad oggi sono 2.437.720 gli over 60 che non hanno ricevuto neanche una dose, con il maggior numero concentrato nella fascia 60-69 anni: 1.372.956 italiani che non si vaccinano, pari al 18,18% della popolazione in quel range di età. La percentuale di ‘scoperti’ in questa fascia è sensibilmente superiore a quelle più anziane: tra gli over 80 i non vaccinati sono 327.964 (pari al 7,2% del totale) e tra i 70 e 79 anni senza iniezione restano 736.800 persone, il 12,2%.
Ma scorrendo il report settimanale diffuso dalla struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo anche il dato dei 50enni non lascia tranquilli: 2.547.930 sono totalmente non vaccinati. Fatti i conti, il 26,4% della popolazione in questa fascia d’età non ha ricevuto neanche una dose. Di certo il numero si assottiglierà, però sono passati ormai due mesi dall’inizio della campagna per i cinquantenni e oltre una persona su quattro non si è vaccinata pur non mancando fiale e slot liberi nei centri.
Il calo riguarda anche le fasce d’età più giovani, tra i 20 e i 40 anni, ed è dovuto principalmente alle limitazioni alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, riservato solo a chi ha più di 60 anni. Fino all’11 giugno, quando il comitato tecnico scientifico ha raccomandato di limitare l’utilizzo agli anziani, in molte regioni erano stati organizzati open day ed eventi notturni aperti ai più giovani a cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca. Da quel momento queste iniziative sono state fortemente ridimensionate in tutta Italia. L’ennesimo cambio di raccomandazione per AstraZeneca ha inoltre alimentato lo scetticismo di molte persone, che non sono ancora convinte di volersi vaccinare.
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La chiave di svolta potrebbe essere il Green pass. Se l’introduzione dell’obbligo per mezzi di trasporto a lunga percorrenza, concerti e stadi trova tutti d’accordo, si discute ancora intorno ai ristoranti al chiuso. Una soluzione, quella di coinvolgere i locali, che sarebbe sgradita a diverse forze della maggioranza, dalla Lega al M5s. L’inizio della prossima settimana, con la riunione della cabina di regia in programma lunedì o martedì, sarà un momento spartiacque. Di certo l’esecutivo ha fretta, perché i casi salgono e, come confermato dall’Istituto superiore di sanità, anche l’indice Rt ha invertito la tendenza tornando a puntare verso l’alto.