Ha blindato il reddito di cittadinanza, la riforma della giustizia e gli altri capisaldi del M5s. Dialogo aperto alla società civile e a forze che possono portare nuovo slancio, ma senza dimenticare i fondatori: Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Nove minuti di video su Facebook sanciscono la discesa in campo di Giuseppe Conte come presidente del M5s. Dopo la pace fatta con Grillo, l’ex premier presenta al Paese il nuovo Movimento 5 stelle. «Il M5s riparte con nuovo slancio. Sono stati mesi difficili, abbiamo superato momenti di stanchezza. Possiamo ripartire con il vento delle battaglie che verranno. A partire da oggi potete leggere lo statuto, dopo 15 giorni ci sarà la votazione. Un nuovo corso», precisa Conte.
Il nuovo corso dei 5 stelle si apre col nuovo capo politico che blinda le conquiste di quello vecchio: «Noi siamo quelli della legge spazzacorrotti, del superbonus e del reddito di cittadinanza, che qualcuno vorrebbe smantellare per interessi di bottega. Piuttosto rinnoviamolo nella parte delle politiche attive. Abbiamo realizzato gran parte delle riforme promesse e che oggi non possiamo lasciare che vengano cancellate. È una questione di rispetto della democrazia e degli elettori». E a proposito della riforma del processo penale Conte avverte: «Siamo quelli che vogliono processi veloci ma non accetteremo mai che vengano introdotte soglie di impunità e venga negata giustizia alle vittime dei reati. Non accetteremo mai che il processo penale per il crollo del ponte Morandi possa rischiare l’estinzione».
Il nuovo statuto stabilisce i ruoli del presidente, incarico che Conte si appresta a ricoprire, e del garante Beppe Grillo. Bilanciamento delle competenze che aveva creato un duro contrasto tra i due. Il presidente avrà «piena agibilità politica», assicura l’ex presidente del Consiglio confermando che è stata stabilita «una chiara separazione fra ruoli di garanzia e quelli di indirizzo politico». Leggendo lo statuto il presidente è «l’unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico del MoVimento 5 Stelle», nonché «il rappresentante politico del MoVimento 5 Stelle in tutte le sedi». Al garante, tra le altre competenze, anche il potere di «interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme dello statuto». Il garante è anche il «custode dei valori».
Con il nuovo statuto cambiano anche le 5 stelle del Movimento. Quando Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio lo crearono le stelle rappresentavano: Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività e Sviluppo. Nel nuovo statuto viene scritto: «Le cinque stelle che costellano il nostro orizzonte e orientano la nostra azione sono i beni comuni, l’ecologia integrale, la giustizia sociale, l’innovazione tecnologica e l’economia eco-sociale di mercato».
In più, il Movimento 5 stelle abbandona definitivamente la piattaforma Rousseau. Il voto per decidere il candidato sindaco di Torino il 21 luglio e quello nazionale sullo statuto dal 2 agosto si terranno su Skyvote. Non è previsto neanche il versamento di «alcuna quota di iscrizione al MoVimento 5 Stelle», mentre il «finanziamento delle attività politiche ovvero di singole iniziative, progetti o manifestazioni è costituito dalle erogazioni liberali degli eletti e di ogni altra erogazione liberale proveniente da campagne di autofinanziamento». E nel «nuovo» Movimento 5 stelle (nato dal «Vaffa day») non ci sarà spazio per le «espressioni verbali aggressive» che, si legge nella carta dei valori, «devono essere considerate al pari di comportamenti violenti».