Viaggiare all’estero questa estate è tutt’altro che facile: non solo l’aumento dei contagi Covid, complice la diffusione della variante Delta, sta facendo tornare restrizioni nelle più famose mete turistiche, da Barcellona alle isole greche, ma anche la burocrazia sta facendo la sua parte. Per entrare in un Paese straniero è necessario esibire il Green pass (o Certificato digitale Covid Ue) che testimoni l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla malattia o la negatività al tampone eseguito prima della partenza, ma anche una serie di altri documenti a seconda del Paese in cui si è diretti.
Per entrare in certi paesi europei è necessario essere in possesso di un altro documento oltre al Green pass: il Passenger Locator Form (Plf). Si compila online ed è richiesto in Belgio, Cipro, Croazia, Estonia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna. Esiste un sito ufficiale europeo in cui è possibile compilare il Plf in formato digitale: al momento però questa piattaforma è utilizzata solo da Italia e Malta, mentre altri paesi europei utilizzano proprie piattaforme nazionali. Tutti questi paesi richiedono il Plf per i viaggi via aereo, via mare e via terra, tranne Cipro, Portogallo, Slovacchia e Spagna che lo richiedono solo per i viaggi in aereo, e l’Irlanda per i soli viaggi in aereo e in nave.
Per quanto riguarda l’Italia il Plf va compilato sia dai turisti stranieri in ingresso sia dagli italiani che rientrano da un viaggio all’estero. Per il rientro in Italia ci si deve registrare sul sito e al termine della procedura si riceverà sul proprio indirizzo email il Plf in formato pdf, assieme a un QR code da mostrare sul proprio smartphone al momento dell’imbarco in aereo o in nave, o nel caso di controlli se si viaggia in auto, autobus o treno. Non è necessario compilarlo se si sconfina al massimo di 60 chilometri dalla propria residenza e per non più di 48 ore, come nel caso dei lavoratori transfrontalieri. Si può compilare un solo Plf se i membri di una famiglia o di un gruppo viaggiano insieme e condividono lo stesso itinerario di viaggio, ma questo non vale per chi viaggia o rientra in Italia. In questo caso è infatti necessario compilare un modulo per ciascun adulto, mentre i minori possono essere registrati nel modulo dell’adulto accompagnatore.
Anche se in Italia il Green pass viene rilasciato già dopo la prima dose di vaccino, per viaggiare nei paesi membri dell’Unione Europea e in quelli dell’area Schengen (Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein), serve che chi viaggia abbia completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni: quindi bisogna aver fatto entrambe le dosi del vaccino e aver fatto passare almeno due settimane dalla seconda (e meno di 270 giorni, circa 9 mesi). In alternativa, può viaggiare in Europa col Green pass chi è guarito dalla Covid-19 meno di 6 mesi prima o ha fatto un tampone molecolare o rapido con esito negativo nelle 48 ore precedenti.
Al di là del Green pass, necessario per gli spostamenti in Europa e nei Paesi dell’area Schengen, gli Stati verso cui si viaggia potrebbero prevedere altre misure per l’ingresso. È utile per il piano di viaggio consultare il sito Re-open Eu. Oppure il sito Viaggiare sicuri della Farnesina. Quest’ultima invita a pianificare il viaggio con la massima attenzione avvisando che qualsiasi viaggio all’estero può comportare «rischi sanitari». La raccomandazione è di tener presenti le misure in vigore nei Paesi di destinazione. Anche perché si è soggetti a «quarantena o altre misure di contenimento previste dal Paese in cui ci si trova», nel caso in cui, dopo essersi sottoposti a un tampone antigenico o molecolare, il risultato sia di essere positivi al Covid. Ogni Paese presenta, dunque, alcune peculiarità. Vediamone alcune.
Malta aveva aderito al Green pass, ma a metà luglio ha deciso di vietare l’ingresso ai turisti che hanno con sé soltanto il risultato negativo del tampone. Per quanto riguarda la Spagna, la Farnesina precisa che «le disposizioni per l’ingresso variano a seconda della categoria di rischio dei Paesi di provenienza, definita settimanalmente dal Governo spagnolo a seconda dell’indice dei contagi da Covid-19 registrati». Al momento l’Italia è classificata tra i Paesi non a rischio, ai quali è richiesta solo la compilazione del formulario di salute pubblica che fornirà al viaggiatore uno speciale QR Code denominato “Fast Control”. All’arrivo in aeroporto, si sarà sottoposti ai controlli sanitari previsti per tutti i passeggeri (cioè controllo della temperatura corporea, controllo documentale e controllo visivo sullo stato del passeggero).
Per poter aver accesso alla Grecia, è richiesta la compilazione del Passenger Locator Form, il Plf. È un questionario online che va completato entro le 23.59 del giorno prima dell’arrivo. I viaggiatori dovranno in ogni caso essere in possesso del green pass Ue: test Covid con esito negativo entro le 72 ore prima dell’arrivo se molecolare, 48 ore se antigenico; oppure certificato di vaccinazione; oppure certificato di avvenuta guarigione. Per poter entrare in Croazia occorre compilare il modulo “Entercroatia” prima della partenza. Ma una particolarità della Croazia è che, a differenza della maggior parte dei Paesi Ue, si può entrare anche con una sola dose di vaccino Pfizer, Moderna o Astrazeneca, purché siano passati almeno 22 giorni dalla somministrazione.