Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d’Italia, si è dimesso dalla sua carica politica dopo l’inchiesta giornalistica su presunti finanziamenti illeciti e legami con gruppi di estrema destra, realizzata da Fanpage e trasmessa in prima serata da Piazza Pulita, su La7. Fidanza era capo delegazione del partito guidato da Giorgia Meloni al parlamento europeo.
La prima puntata della nuova inchiesta di Fanpage ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e della Procura di Milano. Per tre anni un giornalista si è finto uomo d’affari e si è infiltrato in un gruppo di nostalgici del fascismo a stretto contatto con esponenti di partiti di destra. Nel primo video diffuso, vengono mostrate conversazioni tra il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, e Roberto Jonghi Lavarini, detto “Il Barone Nero”. «Abbiamo un gruppo trasversale, diciamo esoterico, dove ci sono diversi massoni, ammiratori di Hitler, una rete di ex militari, servizi segreti…abbiamo contatti politici nel centrodestra, non solo nella Lega, ma anche in Fratelli d’Italia e persino in Forza Italia», dice Lavarini. I due spiegano al giornalista, sotto copertura, un modo per dare al partito dei soldi in nero per la campagna elettorale, utilizzando delle “lavatrici”.
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Sulla cosiddetta “lobby nera”, la Procura di Milano ha subito aperto un fascicolo con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. Carlo Fidanza, in una nota, ha messo in discussione la credibilità dell’inchiesta di Fanpage e ha preso le distanze da Lavarini, ma ha deciso di autosospendersi. «Dopo aver visto il servizio confezionato ieri sera da Fanpage e mandato in onda da Piazzapulita voglio ribadire ai miei amici, ai miei elettori e a quelli di tutto il mio partito che non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari e che non c’è e non c’è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita. Ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fratelli d’Italia da attacchi strumentali».
Carlo Fidanza, 45 anni, è nato ad Ascoli Piceno ma è cresciuto politicamente in Lombardia. A Milano è stato consigliere comunale, nel comune di Desio ha ricoperto il ruolo di assessore. Ha iniziato la sua carriera politica tra le fila di Azione giovani, la costola giovanile di An, in parallelo a Giorgia Meloni. Dopo aver ricoperto il ruolo di coordinatore regionale del Pdl in Lombardia, è stato tra i fondatori di Fratelli d’Italia nel 2012. Un anno dopo è stato vicepresidente della delegazione meloniana a Strasburgo. Al Parlamento europeo Fidanza si è imposto come uomo di fiducia della leader di Fratelli d’Italia in tutte le trattative con gli altri movimenti e partiti di destra, dopo aver traghettato FdI fuori dal Pdl e quindi dal Partito Popolare europeo. Nel 2014 Fidanza non è riuscito a essere rieletto in Europa perché il suo partito non ha superato la soglia di sbarramento. Nel 2018 è stato eletto alla Camera con Fratelli d’Italia: l’anno dopo lascerà lo scranno di Montecitorio per ritornare in Europa, in quanto rieletto a Strasburgo. Da due anni è capo delegazione del partito di Meloni. Ma il 1° ottobre si è autosospeso dal partito dopo l’inchiesta di Fanpage sui fondi neri alle comunali di Milano.
La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha chiesto al direttore di Fanpage di poter visionare l’intero girato dell’inchiesta, circa 100 ore di riprese. In attesa di riscontri ha ribadito: «Nel nostro movimento non c’è alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta».