L’inaspettata dichiarazione congiunta che Stati Uniti e Cina hanno raggiunto alla Cop26 di Glasgow non contiene importanti novità contro il riscaldamento globale. Ma è piuttosto un segnale politico: la Cina è ancora interessata a collaborare con gli altri paesi alla lotta al cambiamento climatico e potrebbe facilitare il raggiungimento di un accordo tra tutti i paesi alla fine della Cop26.
Dall’inizio della conferenza sul clima, infatti, la Cina non aveva ancora preso nuovi impegni di riduzione delle emissioni di gas serra: non è tra i paesi che hanno firmato l’accordo sulla riduzione progressiva dell’uso del carbone e non si è associata agli Stati Uniti e all’Unione Europea nella promessa di ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030. L’assenza del presidente Xi Jinping nei primi giorni della Cop26 inoltre era stata considerata un brutto segnale per la riuscita della conferenza.
La “Dichiarazione congiunta Usa-Cina per migliorare l’azione climatica negli anni Venti” è un documento di tre pagine. I due paesi si dicono «impegnati a perseguire gli sforzi per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi»: stare almeno sotto 2 gradi di riscaldamento globale dai livelli pre-industriali e puntare a rimanere sotto 1,5 gradi. Cina e Usa, che sono le due più grandi economie del mondo e anche i due principali produttori di emissioni di gas serra in termini assoluti, intendono «lavorare individualmente, insieme e con altri paesi nel prossimo decisivo decennio, in conformità con le diverse circostanze nazionali, per rafforzare e accelerare l’azione e la cooperazione sul clima». L’unica novità è un indefinito impegno della Cina per ridurre le emissioni di metano.
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Un paragrafo dell’accordo è dedicato alla collaborazione nella lotta alle emissioni di metano, il gas serra più pericoloso, proveniente soprattutto da perdite dagli impianti di estrazione e distribuzione. La Cina si dice intenzionata ad attuare un piano nazionale di riduzione delle emissioni, e i due paesi concordano di incontrarsi l’anno prossimo per discutere del problema.
Un altro paragrafo è dedicato alla collaborazione fra le due superpotenze sulle fonti di energia rinnovabili, sulle quali sono entrambe all’avanguardia. Si parla di cooperazione soprattutto sulle reti intelligenti che devono gestire la produzione intermittente di solare ed eolico e sulla produzione diffusa, oltre che sull’efficienza energetica. La Cina si impegna a cessare il consumo di carbone nel suo 15/o piano quinquennale (2026-2030), e i due paesi ribadiscono la cessazione dei finanziamenti alle centrali a carbone all’estero con emissioni non abbattute.
Cooperazione viene annunciata anche sulla lotta alla deforestazione e sul fondo da 100 miliardi di dollari all’anno per aiutare i paesi meno sviluppati a decarbonizzare. Per quanto riguarda la Cop26, Cina e Usa si impegnano a lavorare insieme sul Paris Rulebook (le regole comuni per l’applicazione dell’Accordo di Parigi) e sull’articolo 6 dell’Accordo, che prevede un mercato globale delle emissioni di carbonio. I due paesi annunceranno nel 2025 nuovi impegni di decarbonizzazione (Ndc) al 2035. Infine, creeranno un “Gruppo di lavoro per migliorare l’azione climatica negli anni Venti”, che si riunirà con regolarità per «potenziare l’azione sul clima» nel decennio in corso.