Pier Vittorio Tondelli scriveva alla fine degli anni Ottanta come il successo del suo corregionale Vasco Rossi non dipendesse tanto dal messaggio musicale quanto da «un atteggiamento, una storia vissuta, una mitologia. In anni in cui tutto stava andando verso la normalizzazione, il carrierismo, il perbenismo, Vasco, con la sua faccia da contadino, la sua andatura da montanaro, la sua voce sguaiata da fumatore, il suo sguardo sempre un po’ perso, diventava l’idolo di una diversità».
Diversità comportamentale, non politica. Da qui gli inni esistenziali. Come Siamo qui, la canzone che dà il titolo all’album di inediti in uscita oggi (in cd, vinile, musicassetta e digitale) dopo cinque anni vissuti prevalentemente sul fronte del palco e due di pausa forzata a causa della pandemia.
Da Siamo solo noi a Siamo soli e, adesso, Siamo qui. Vasco Rossi parla al plurale, perché esprime sentimenti e emozioni in cui si rispecchia e si indentifica il suo popolo, composto di migliaia di persone d’ogni genere, età e ceto sociale, che hanno dato l’assalto ai botteghini virtuali nella corsa ai biglietti per gli undici concerti che l’artista di Zocca terrà dal 20 maggio al 30 giugno del 2022. «Ma non mi sento né un profeta, né un maestro, né un cattivo maestro», continua a ripetere lui.
Siamo qui, dopo le utopie degli anni Settanta, la ribellione e le lotte per la libertà, l’illusione di cambiare il mondo. Siamo qui, dopo le “bollicine” dei favolosi anni Ottanta, l’euforia, i sogni, le speranze. Siamo qui, «siamo sempre quelli lì, cresciuti, ne prendiamo atto e andiamo avanti». Siamo qui, tutti «pieni di guai», disincantati, «soli e delusi» nel tentativo di nascondere quello che siamo dietro quello che abbiamo e usiamo. Una fotografia impietosa, ben strutturata, malinconica, dell’Italia di oggi, da parte di un artista sulla soglia dei 70 anni che sta evidentemente attingendo alla propria maturità. Vasco non è un rocker: è un (punto di) riferimento. Più della sua arte, conta la sua percezione. «Il bello è questo: capire, valutare, interpretare il tempo che uno vive… soprattutto imparare a conoscersi… Sono sempre io, con qualche consapevolezza in più! Che, certo, non consola. Ma indietro non si torna», dichiara.
È il rock a comandare. Un rock che non ha bisogno di trucchi o diavolerie per provocare ed emozionare. Riff di chitarra e una ritmica che picchia duro in stile T-Rex e fiati funky nel brano che apre l’album, XI comandamento, un atto di accusa, ma anche di resa. «Canto che non puoi discuterci con l’ignoranza. Sento nell’aria una enorme valanga di ignoranza che sta arrivando. Pensavo si potessero spiegare le cose a chi non la pensa come te, ma non è possibile. Mi sono arreso, non c’è un cazzo da fare, non ci discuto più con l’ignoranza. Temo che i nuovi governanti che si prospettano all’orizzonte sull’onda di populismo, estremismo e fake news arrivino con leggi speciali e un XI comandamento: amare loro più di ogni altra cosa», aveva spiegato Vasco in conferenza stampa lo scorso ottobre, avvisando del pericolo in Italia «di una destra estremista. La destra ci deve essere, eh, ma non pericolosa. Questi invece sono irresponsabili che cavalcano le paure della gente, incattivendola».
È ancora rock, in stile Billy Idol, L’amore è l’amore, che parla di relazioni fluide. Mentre il brano che dà il titolo all’album viaggia sulle corde di una chitarra acustica ed è una delle classiche ballate alla Vasco, così come La pioggia alla domenica, canzone sulle relazioni di coppia con un travolgente crescendo che riporta in mente il miglior Lucio Battisti.
Chitarre elettriche hard, ritmica serrata metal in Tu ce l’hai con me sull’hate speech dei social sono seguite dalla fisarmonica che introduce e accompagna Un respiro in più, disillusa ballata alla Luigi Tenco, quasi un tango-rock sul tema della morte, chiusa da un finale di trombe morriconiano. Ha un arrangiamento alla Pink Floyd Ho ritrovato te, forse il pezzo più personale in cui Vasco canta lo smarrimento e il ritrovato piacere della vita. «Racconta un’esperienza molto dura che ho avuto dieci anni fa, ai tempi della malattia», spiega. «Avevo litigato con la vita, con il mondo e con me stesso. E avevo chiuso fuori tutti, anche la Laura (Schmidt, moglie di Vasco, nda). Ma quando ne sono uscito l’ho ritrovata, e da lì in poi ho ritrovato il resto, anche la mia chitarra».
La psichedelica Prendiamo il volo (con richiami ai Led Zeppelin) e il puro divertimento di Patto con riscatto precedono la struggente Una canzone buttata via, brano che a inizio anno ha avuto il compito di annunciare il disco e che adesso lo chiude. Una rock ballad col cuore, epica, carica di pathos, poesia. Avvolgente, emozionante, dolce e straziante. E poi c’è quella voce, che più passa il tempo e più ti trafigge il cuore. Da brividi. Una canzone d’amore che entra di diritto tra i capolavori di Vasco Rossi.
È un Vasco ispirato quello che ritroviamo in Siamo qui, il poeta rock che si era disperso tra show kolossal e “clippini”, il cantautore che riabbraccia la chitarra (molto intime le splendide versioni acustiche di Siamo qui e L’amore l’amore che potrebbero aprire nuove prospettive). L’artista di Zocca si è riconciliato con sé stesso ed ha riscoperto il piacere della scrittura. Dolce e amaro, ironico ed energico, poetico e con un pizzico di follia, come nella migliore tradizione, ma anche più profondo e personale. Le canzoni rotolano come in una perfetta scaletta costruita sul modello di quelle da concerto. E alla rappresentazione “live” sono destinate: «Sono nate per essere cantate dal vivo», confessa. «Le ho scritte pensando ai live, e adesso non vedo l’ora di tornare sul palco, non sto più nella pelle, ora che il 2022 si avvicina».
Questo il calendario del Vasco Live 22:
– 20 Maggio 2022 Trento – Trentino Music Arena
– 24 Maggio 2022 Milano – Ippodromo Milano Trenno (sold out)
– 28 Maggio 2022 Imola – Autodromo Enzo e Dino Ferrari (sold out)
– 03 Giugno 2022 Firenze – Visarno Arena (sold out)
– 07 Giugno 2022 Napoli – Stadio Diego Armando Maradona
– 11 Giugno 2022 Roma – Circo Massimo (sold out)
– 12 Giugno 2022 Roma – Circo Massimo (sold out)
– 17 Giugno 2022 Messina – Stadio San Filippo
– 22 Giugno 2022 Bari – Stadio San Nicola (sold out)
– 26 Giugno 2022 Ancona – Stadio Del Conero
– 30 Giugno 2022 Torino – Stadio Olimpico (sold out)