Il governo continua a lavorare sulle misure per contenere la quarta ondata del Covid ed evitare che la situazione degeneri, anche in vista del Natale. Tra le nuove regole allo studio ci sono la riduzione della durata del Green pass e la terza dose per tutti, mentre si riapre anche il dibattito sull’obbligo vaccinale. Per ora il governo frena anche se si guarda con preoccupazione a quanto avviene in Austria e Germania. L’Italia viaggia ormai oltre i 10mila contagi e la minaccia di nuove chiusure all’orizzonte angustia i governatori che (il Friuli diventerà giallo la prossima settimana) richiedono contromisure al più presto.
Sul tavolo, in vista dell’incontro con i governatori prima del varo di un nuovo decreto la prossima settimana, ci sono varie ipotesi: la più scontata è quella di una riduzione della durata del Green pass che passerà dai 12 ai 9 mesi, un modo questo per incentivare il ricorso alle terze dosi per le quali il governo è pronto anche a un accorciamento a cinque o addirittura a quattro mesi dell’intervallo minimo per fare la nuova iniezione (oggi è di sei mesi) per tutti gli over 40.
Inoltre, le regioni chiedono infatti di far scattare le restrizioni delle zone gialle, arancioni e rosse – lo stop a stadi, teatri, cinema, ristoranti, bar, palestre eccetera – solo per i non vaccinati. Un «lockdown» alla vita sociale per i quasi 7 milioni di italiani non immunizzati, che però con il ricorso ai tamponi avrebbero garantiti l’accesso ai servizi essenziali (come i trasporti) e ovviamente la possibilità di recarsi al lavoro.
Cresce però anche il fronte dei favorevoli alla soluzione più radicale e cioè quella dell’obbligo vaccinale da allargare a una platea più ampia dopo quella dei sanitari. A confermare che il discorso sull’obbligo sia aperto è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli: «L’Italia mantiene una delle situazioni più favorevoli in tutta Europa ma i dati destano attenzione e vanno valutati con tutte le tutele del caso». Tra le misure che potrebbero essere attuate vanno «considerate forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico», mentre l’obbligo per tutti è «un’opzione estrema».
A rilanciare è Confindustria: «Non possiamo permetterci di bloccarci, l’unica cosa che ci può mettere al sicuro è l’obbligo vaccinale, un percorso su cui dobbiamo avere il coraggio di fare una riflessione seria», dice il presidente Carlo Bonomi che teme nuove chiusure.
L’obbligo vaccinale potrebbe entrare in vigore per alcune specifiche categorie professionali, in particolare per quelle che assistono o sono in contatto con il pubblico, ad esempio forze dell’ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti. Il premier Draghi si era detto «personalmente favorevole» in tempi non sospetti – e cioè a inizio settembre – , ma ora frena di fronte a una ipotesi che divide.
La proposta dell’obbligo spacca la maggioranza. Trova l’appoggio di Forza Italia e di Italia Viva con Ettore Rosato, che dichiara: «Dobbiamo iniziare a ragionare seriamente sulla questione». Ma Matteo Salvini e la Lega continuano ad essere contrari.