L’impennata dell’inflazione non accenna a fermarsi. Nei giorni scorsi i principali paesi europei hanno rilasciato i dati dei prezzi al consumo per il mese di marzo 2022 e in molti casi la lettura non è stata solo superiore a quella del mese precedente, ma anche più elevata di quanto stimato dagli analisti. Tra i rincari dell’energia e quelli dei carburanti, i consumatori vivono un momento difficilissimo, con il timore concreto che tutto ciò possa durare a lungo. Inoltre, mancano ancora i segnali che possono far affermare che il picco è vicino, in quanto non si vede una risoluzione del conflitto ucraino all’orizzonte, con i conseguenti impatti sul costo dell’energia, e una risoluzione ai problemi globali alle catene di approvvigionamento, che costringono le imprese a pagare costi maggiori per accaparrarsi materie prime e componenti.
A marzo l’inflazione in Italia ha registrato un aumento dell’1% su base mensile e del 6,5% su base annua (da +5,7% del mese precedente). Un’accelerazione, ha chiarito l’Istat, dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +50,9%, in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +36,4%) mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio).
Ma quanto pesa l’inflazione sulle famiglie italiane? L’Unione nazionale consumatori ha fatto un calcolo: i nuclei con un solo figlio vedranno aumentare la spesa annua di 2.159 euro, ma ci saranno conseguenze anche per i single. In generale, come riporta anche il Sole 24 ore, le conseguenze maggiori si avranno per le famiglie più numerose, ma soprattutto il carovita colpirà quelle che si trovavano già in difficoltà. Secondo le serie storiche della Banca d’Italia elaborate dalla Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) nell’ultimo anno è cresciuto di quasi un miliardo di euro l’ammontare delle rate non pagate di mutui e prestiti concessi dalle banche.
Secondo le previsioni dell’Unione nazionale consumatori a fine 2022 una coppia con due figli avrà speso 2.303 euro in più rispetto al 2021. Scendendo più nel dettaglio, le famiglie con due bambini spenderanno in media 1.052 euro in più per luce, gas e acqua, 594 euro per i trasporti, e 434 per le compere al supermercato. A vedere diminuire il proprio potere d’acquisto saranno soprattutto le famiglie con più di 3 figli e le coppie under 35 che stanno ancora costruendo la propria famiglia e non hanno ancora figli.
I nuclei familiari più grandi potrebbero anche avere un conto aggiuntivo da 2.577 euro, 475 solo per il cibo, 635 euro per i trasporti e 1.248 euro per le spese legate alla casa. Per le coppie senza figli il rincaro medio a fine anno sarà di 2.360 euro. Con un incremento delle spese per la casa simile a quello delle famiglie numerose di 1.247 euro. Per i trasporti potrebbero servire in media 589 euro in più rispetto al 2021. L’impatto dell’inflazione sulle coppie sotto i 35 anni sarà più contenuto per quanto riguarda il carrello della spesa, che subirà un aggravio di 258 euro, il dato più basso per quanto riguarda nuclei composti da più di una persona. Ma sono previste spese addizionali per ristoranti e alberghi, per i quali si calcola potrebbero servire in un anno 117 euro in più, circa 60 euro a persona.
Le famiglie con un solo figlio devono attendersi un incremento della spesa annua pari a 2.159 euro. In questo caso per pagare le bollette bisogna considerare 1.055 euro in più rispetto allo scorso anno, mentre le spese per carburanti e per spostarsi si dovranno mettere in conto altri 517 euro. In questo caso per cibo e bevande si spenderanno 391 euro. I single tra i 35 e i 64 anni avranno una batosta complessiva di 1.546 euro in più. Le spese per l’abitazione saranno la voce spesa più grossa, con un aumento di 908 euro. Trasporti e spesa al supermercato saliranno rispettivamente di 296 e 209 euro.
In generale le bollette aumenteranno in tutto del 28,3%, e si tratta dell’incremento di spesa più vistoso. Al secondo posto ci sono i trasporti, tra acquisto dei mezzi, carburante, manutenzione e sharing, con un inflazione tendenziale annua all’11%. Preoccupano meno le spese alimentari: i rincari previsti saranno del 5,8%. Per altri servizi come ristoranti e alberghi ci sarà un rincaro del 4,7%.