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Paul McCartney a 80 anni in tour come un ragazzino

Lui e l’eterno rivale Mick Jagger sembrano aver ingaggiato una nuova sfida, rincorrendosi in giro per il mondo in tour anche nella terza età. L’ex beatle festeggia oggi il compleanno e Glastonbury gli prepara un’accoglienza trionfale. «Quando abbiamo fatto “Abbey Road” ero morto, quindi tutto il resto è un bonus», commenta sornione

Giuseppe Attardi di Giuseppe Attardi
Giugno 18, 2022
in Cultura
Tempo di lettura: 3 mins read
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Paul McCartney a 80 anni in tour come un ragazzino

Beatles e Rolling Stones. Sessant’anni dopo l’eterna sfida continua. Rincorrendosi in giro di palco in palco, in tour per il mondo, anche nella terza età.

Da una parte Mick Jagger che sembra aver fatto davvero un patto con il diavolo e a 78 anni neanche il Covid è riuscito a fermarlo: è ancora lì, sul palco, a divincolarsi con un’energia invidiabile con il suo vitino da vespa e la chioma fluente che cade morbida sul volto mentre sgambetta al ritmo di (I can’t get no) Satisfaction con l’inseparabile compagno di avventure Keith Richards.

Dall’altra Paul McCartney, l’ultimo dei Beatles. Anche lui non sembra avere alcuna intenzione di attaccare la chitarra al chiodo e sabato 18 giugno festeggerà sul palco il suo ottantesimo compleanno, in attesa – la prossima settimana – della più grande festa della sua vita quando salirà sul Pyramid Stage come headliner al festival di Glastonbury. Non solo guiderà un epico coro di “Na, na, na, na-na-na, na, na-na-na, na, hey Jude”, ma la folla di oltre centomila persone gli canterà sicuramente un travolgente interpretazione di “Happy birthday”.

«Molti mi chiedono se questo è il mio ultimo tour, me lo chiedono da quando avevo 50 anni, come se tutto quello che faccio dovrebbe essere sempre l’ultima cosa. Non credo proprio». Infatti, accanto al nuovo album, Macca ha altri progetti: il film di animazione High In The Cloud, già acquistato da Netflix, la ristampa speciale di Flaming Pie e gli ultimi preparativi per It’s A Wonderful Life, il musical che ha scritto negli ultimi tre anni basato sul famoso film di Frank Capra. Quest’uomo che ha rivaleggiato con Mick Jagger all’alba degli anni Sessanta, che ha incontrato Elvis Presley, che è sopravvissuto a 15 primi ministri britannici e 14 presidenti americani, un uomo che ha ispirato tutti, da Pete Townshend a Noel Gallagher, da Paul Weller a Ed Sheeran, che era già famoso quando fu ucciso JFK, già popolare quando gli uomini sbarcarono sulla luna, quest’uomo che è durato più a lungo dei Led Zeppelin, David Bowie, dei Sex Pistols e degli Oasis, quest’uomo è un artista di 80 anni che sembra più vicino ai 50, con l’energia per suonare 40 brani, sventolare la bandiera dell’Ucraina e duettare con Bruce Springsteen e Bon Jovi come è accaduto giovedì sera (16 giugno) al Met Life Stadium di East Rutherford, nel New Jersey.

«Quando abbiamo fatto Abbey Road ero morto, quindi tutto il resto è un bonus», commenta sornione. E aggiunge: «La gente mi chiede: “Perché lo fai?”. Pensano che una volta superati i 64 o 65 anni (come nella canzone When I’m Sixty-Four, scritta proprio da Paul, nda), stai pensando di ritirarti. Non è così per me e ho una risposta molto noiosa. Continuo a ripetere: “Mi piace davvero quello che faccio. È un piacere”. Da un momento all’altro, mi aspetto di essere stufo e stanco e di odiare l’intera faccenda, ma non lo sono mai».


Il rock, dopo oltre sei decenni di storia di trasgressioni e ribellioni, ha prodotto una sua classicità. Classico è Bob Dylan che ripropone Like a Rolling Stone, canzone che ha fatto la storia del rock e che ha folgorato una intera generazione. Classici sono i Rolling Stones che ancora cantano “Street fighting man” più o meno alla stessa maniera di quarant’anni fa. Classico è Paul McCartney che scatena nei bis Helter Skelter. Sono i Beethoven, i Mozart, i Bach del nuovo secolo.

Tags: BeatlesFlaming PieHigh In The CloudIt’s A Wonderful LifePaul McCartney
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