La prima settimana di scuola è terminata con una novità positiva che ha riportato gli studenti in classe con il sorriso. Un sollievo visibile a tutti dopo l’abbandono delle mascherine. Una liberazione, dopo tanti mesi di obbligo categorico. Anche se a viso scoperto, però, qualcuno si è trovato ancora a fare i conti con le restrizioni anti-Covid.
Gli alunni del liceo classico Dante Alighieri di Ravenna, per esempio, hanno ricevuto una circolare firmata dal preside Giuseppina di Massa che dettava i tempi per la ricreazione fuori dall’aula, a giorni scaglionati, “per limitare gli assembramenti”. Chi pensava che l’anno scolastico appena iniziato avrebbe segnato il ritorno alla normalità, insomma, si sbagliava di grosso.
Tra presidi che optano per la ricreazione scaglionata, rettori che impongono le mascherine negli atenei e assessori che insistono con il distanziamento tra i banchi, la scuola è rimasta la giungla alla quale ci siamo tristemente abituati negli ultimi anni. Un caos totale nel quale districarsi, per le famiglie italiane, è praticamente impossibile. Gli esempi in questo senso sono tanti e arrivano da ogni parte d’Italia.
A Lerici, in Liguria, l’assessore all’Istruzione Laura Toracca si è vantata di aver “mantenuto alcuni accorgimenti come il distanziamento tra i banchi”. I ragazzi hanno quindi ripreso le lezioni senza mascherine sul volto, ma tenendosi a debita distanza gli uni dagli altri. E se almeno in aula gli alunni potranno tornare finalmente a mostrare il loro volto, una volta sui mezzi i dispositivi di protezione torneranno obbligatori: la legge che li impone sugli autobus è infatti stata prorogata lo scorso giugno ed ancora in vigore.
Le restrizioni non riguardano solo la scuola dell’obbligo. L’ateneo di Parma ha varato “criteri di sicurezza e prevenzioni per la fase di avvio dell’anno accademico” impegnandosi a garantire la distanza di un metro tra le postazioni degli studenti e ribadendo l’obbligo di mascherina “in aula e negli spazi didattici”, con forte raccomandazione di utilizzare le protezioni per il viso “in tutti gli spazi dell’università”. L’università della Calabria ha eliminato l’obbligo di Green pass per accedere alle aule, ma ha confermato l’obbligo di “utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie (preferibilmente di tipo Ffp2). La tanto agognata normalità, insomma, sembra ancora lontana. Almeno a scuola.