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Sulla crisi energetica l’Italia aspetta l’Ue

Mentre sempre più aziende italiane saltano per i costi fuori controllo di luce e gas, il Regno Unito vara un piano d’emergenza con cui lo Stato coprirà il 50% delle bollette

Redazione di Redazione
Settembre 23, 2022
in Economia
Tempo di lettura: 2 mins read
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Sulla crisi energetica l’Italia aspetta l’Ue

«Così chiudiamo». È questo il grido di allarme lanciato da commercianti e artigiani italiani. Tra chi pubblica le bollette con i prezzi dell’energia arrivati a livelli insostenibili e chi è costretto a mandare in cassa integrazione gli operai: ogni settore della società è a rischio. E per molti il rincaro delle bollette dopo il Covid sarà la mazzata definitiva.

La corsa a salvare le imprese dal caro bollette continua in tutta Europa. Il governo della Gran Bretagna ha deciso che da ottobre coprirà il 50% del costo delle bollette per l’energia delle imprese per sei mesi. A partire dal primo ottobre, e per sei mesi, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas naturale verranno fissati rispettivamente a 211 sterline e a 75 sterline al megawattora. Anche gli ospedali, le scuole e gli enti di beneficenza riceveranno gli aiuti. La misura, per altro, arriva dopo che i ministri avevano annunciato un piano da 150 miliardi di sterline per aiutare le famiglie per due anni contro il caro bollette.

Il primo ministro Liz Truss ha affermato che il governo ha compreso l’«enorme pressione» che le imprese, gli enti di beneficenza e le organizzazioni del settore pubblico devono affrontare. Ha aggiunto che il nuovo schema fornirebbe «certezza e tranquillità». «Esiste il pericolo reale che, prima di mettere in atto il nostro progetto di aiuti, bar, pub e negozi potrebbero chiudere e semplicemente non potevamo permettere che ciò accadesse», ha spiegato la premier alla stampa. L’esborso sarà finanziato tramite il ricorso all’indebitamento pubblico. Liz Truss infatti non intende tassare ulteriormente i profitti extra delle società energetiche, come invece chiede l’opposizione laburista. Oltre a questo, la Gran Bretagna si muove anche per migliorare la propria indipendenza energetica: fra le misure adottate dal neo primo ministro Truss, ci sono 100 nuove licenze di trivellazione nel Mare del Nord, e un potenziamento della produzione di energia nucleare.

Dopo Francia, Spagna, Ungheria e tanti altri Paesi adesso anche Gran Bretagna e Olanda intervengono pesantemente per salvare il mercato interno dalla crisi energetica, per cercare di mettere un freno all’enorme crisi finanziaria in arrivo. Il governo tedesco acquisirà il 98,5% di Uniper (per 8 miliardi di euro), il più grande importatore di gas del Paese, per salvare il gruppo dalla bancarotta. L’Olanda ha deciso di intervenire sul suo mercato interno con un tetto al costo dell’energia per andare incontro alle famiglie. Un price cap a tutti gli effetti che entrerà in vigore il prossimo gennaio 2023, con aiuti che inizieranno però già da novembre e consisteranno in un limite ai prezzi al consumo di gas e dell’elettricità, rispettivamente di 1,50 euro a metro cubo e 70 centesimi per kilowattora (Kwh).

E l’Italia che fa? Sin qui ha fatto i compiti a casa, aspettando invano le decisioni di Bruxelles. Ma nel frattempo abbiamo perso mesi preziosi attendendo che sui prezzi del gas l’Unione europea trovasse una soluzione che in realtà non vuole o non può trovare. E intanto sono ancora una volta le famiglie e le imprese a pagarne il prezzo più alto.

Tags: Coro bolletteCrisi energeticaGasRegno UnitoUnione europea
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© 2021 Casa editrice: MAURFIX S.r.l.
P. IVA 02713310833 - ROC n. 31556 - ISSN 2611-528X
PICKLINE è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 89 del 22/05/2018
Fondatore e Direttore Editoriale: Maurizio Andreanò
Direttore Responsabile: Gianluca Santisi
Mail: redazione@pickline.it

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