Mentre il Paese reale rischia di venire travolto e demolito dallo tsunami energetico, gli irriducibili del Covid vorrebbero reintrodurre vecchie restrizioni. A cominciare dalle mascherine. Dopo Ilaria Capua, che prevede il ritorno dei dispositivi di protezione in inverno e Walter Ricciardi, che in ospedali e Rsa le esigerebbe «fino a fine pandemia» (cioè per sempre, visto che il virus non sparirà mai), è la presidente della Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano, a intestarsi il ritorno delle mascherine a scuola: «Bisogna rivalutare l’obbligo di coprirsi naso e bocca perché stanno aumentando i contagi tra i bimbi, come ha segnalato l’Istituto superiore di sanità».
Incurante del fatto che i bambini sani non hanno mai corso rischi significativi contraendo il Sars-Cov-2 – sicuramente assai minori rispetto alla crescita esponenziale degli eventi avversi post-vaccino – Staiano sostiene che occorre «intensificare la campagna vaccinale per la fascia pediatrica e i bambini in età scolare», poiché «la copertura finora raggiunta con le dosi previste resta molto bassa».
Si tratta, evidentemente, di un ingiustificato accanimento spacciato per precauzione, visto che il tasso di letalità Covid per i ragazzi è talmente basso da sfuggire alle percentuali statistiche. Da 0 a 19 anni, la letalità della malattia si attesta al di sotto dello 0,1%. Da inizio pandemia, si sono verificati 72 decessi e 518 ricoveri in terapia intensiva, su un totale di oltre 4 milioni e mezzo di casi. Sono cifre tali da giustificare il ritorno delle mascherine? Per non parlare delle vaccinazioni: esiste uno straccio di prova che dimostri che le inoculazioni, nei giovani, rappresentano un vantaggio?
Nel frattempo, è esploso a scuola il solito caos relativo alle procedure da seguire in caso di contagio. Gli alunni che hanno avuto contatti stretti con dei positivi dovrebbero indossare la mascherina Ffp2 per 10 giorni, ma sulla definizione di “contatti stretti” non c’è ancora una posizione condivisa. La responsabilità è stata scaricata sui dirigenti scolastici, che mediante il ricorso a circolari e vademecum, nel dubbio, scelgono la vecchia strada finendo di fatto con imporre ancora l’uso delle mascherine. E intanto si moltiplicano le diffide.