Roberto Cingolani non si tocca. L’anello di congiunzione tra il vecchio governo di Mario Draghi e quello nuovo di Giorgia Meloni ha il volto dell’ormai ex ministro della Transizione ecologica, che sarà il nuovo consulente di Palazzo Chigi per l’energia. Tutto cambia perché nulla cambi. Come la scelta per il posto di ministro della Salute di un medico come Schillaci pro Green pass e fanatico del vaccino, nominato da Speranza all’Iss, o quella del ministro della Giustizia Carlo Nordio che in più occasioni ha ricalcato proprio quelle posizioni, arrivando a dire che ci si dovesse vaccinare «con le buone o con le cattive» e che il lockdown per i non vaccinati «da un punto di vista costituzionale sta in piedi».
Cingolani sarà advisor per le questioni energetiche. Lo specifica lui stesso all’agenzia Adnkronos: «Non mi chiami più ministro, né consulente: sarò advisor per l’energia per Palazzo Chigi, a lavoro per superare l’inverno vista l’emergenza che ci troviamo a fronteggiare». La notizia è emersa a margine della cerimonia della campanella che ha sancito il passaggio di consegne tra Draghi e Meloni nella sede della presidenza del consiglio e dopo il primo Consiglio dei ministri. «Il primo dossier di cui dovrà occuparsi il governo è l’energia. Cingolani sarà consulente del governo gratuitamente. Meloni ha annunciato in consiglio dei ministri che intende collaborare per favorire transizione di questo file così importante, una collaborazione che sarà sicuramente gratuita e nell’interesse dell’Italia», ha annunciato il nuovo ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, alla fine del prima riunione del governo.
Il ruolo di advisor per l’energia per Palazzo Chigi è stato «concordato con Draghi e Meloni: occorre terminare il lavoro sul price cap e sul rigassificatore», ha detto Cingolani, sottolineando che il suo nuovo incarico non sarà retribuito («Lo faccio con spirito costruttivo»). «C’è da finire tutto il lavoro sul tetto al prezzo del gas, che è stato sì approvato, ma ora bisogna lavorare su termini e condizioni». A chi gli domanda se a fine inverno il suo incarico cesserà, risponde: «Io spero che l’emergenza finisca, così ho concordato. Ora lavorerò con il mio successore». Cioè Gilberto Pichetto Fratin, nominato nuovo ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, visto che al dicastero della Transizione green è stato cambiato nome. Un cambio di denominazione che allo stato sembra essere l’unica vera novità introdotta dal nuovo governo, almeno sul fronte ambientale.
La permanenza di Cingolani al governo, tra l’altro, era stata ipotizzata più volte durante tutta la fase successiva alle elezioni. Il 4 ottobre scorso l’ex manager di Leonardo aveva avuto un faccia a faccia riservato alla Camera proprio con Meloni. Probabile a questo punto, che si sia parlato della sua consulenza. Ed è possibile che la conferma di Cingolani sia stata tra i punti discussi tra Meloni e Draghi durante l’abbondante ora di colloquio che ha preceduto la cerimonia della campanella.
Pichetto Fratin a poco meno di 24 ore dalla sua nomina a ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e’ già stato commissariato. #Cingolani diventa consulente per l’energia di palazzo Chigi, l’ex ministro che diceva che la transizione ecologica e’ un bagno di sangue pic.twitter.com/cH2FHuCt5y
— Angelo Bonelli (@AngeloBonelli1) October 23, 2022
Angelo Bonelli dei Verdi twitta: «Pichetto Fratin a poco meno di 24 ore dalla sua nomina a ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica è già stato commissariato. Cingolani diventa consulente per l’energia di palazzo Chigi, l’ex ministro che diceva che la transizione ecologica è un bagno di sangue». Fisico, già direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e poi Responsabile Tecnologie e Innovazione di Leonardo, il colosso delle aziende della Difesa italiana, Cingolani era il nome che aveva garantito l’appoggio al governo di Mario Draghi del Movimento 5 stelle. La sua nomina, infatti, era stata concordata direttamente da Beppe Grillo con l’ex presidente della Bce. Il fondatore dei 5 stelle, tra l’altro, aveva anche ottenuto il potenziamento del ministero dell’Ambiente, che si era trasformato dunque nel dicastero della Transizione energetica. Una dicitura durata meno di due anni, visto che ora il governo di centrodestra ha cancellato il concetto di transizione, puntando su quello di “sicurezza” energetica.