Un medico, professore universitario e anche rettore. Orazio Schillaci, 56 anni, romano, è il nuovo ministro della Salute del governo Meloni. La premier, per la sanità, cercava una figura nuove che in questi anni di Covid non si fosse particolarmente esposta. Ma è bene ricordare che Schillaci è stato nominato all’Istituto Superiore di Sanità dal suo predecessore Roberto Speranza in piena pandemia.
Orazio Schillaci dal 2019 guida l’università di Tor Vergata a Roma, è un medico nucleare, ha fatto clinica e anche ricerca. È docente ordinario di medicina nucleare ed è stato preside della facoltà di medicina e chirurgia della stessa Università. È laureato in Medicina e Chirurgia nel 1990 alla Sapienza e quattro anni più tardi ha conseguito la Specializzazione in Medicina Nucleare nel 1994, materia che ha insegnato come professore ordinario per molti anni. Durante la sua carriera universitaria ha anche preso parte a diverse commissioni sanitarie alla Regione Lazio e presso il ministero della Salute. È stato autore di oltre 220 pubblicazioni, ed è revisore di oltre 50 interviste internazionali. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto prima la carica di vice preside, e poi di preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’università degli studi di Roma «Tor Vergata», oltre ad essere dal 2008 Direttore della scuola di specializzazione in medicina nucleare.
Roberto Speranza lo scorso 25 giugno 2020 l’ha nominato nel comitato scientifico dell’Istituto superiore della Sanità che ha affiancato il ministero nelle decisioni chiave prese durante la pandemia da Covid-19. È presidente dell’associazione italiana di medicina nucleare.
Probabilmente l’ha spuntata su altri nomi considerati papabili nelle scorse settimane, come Guido Rasi, che è stato prima ad Aifa e poi a Ema e infine ha fatto il consulente del generale Figliuolo, e Francesco Rocca, alla guida della Croce Rossa, perché in questi anni ha parlato poco di coronavirus. C’è una sua dichiarazione al Tg3 del maggio del 2020 nella quale invita i cittadini «a rispettare le regole per non avere nuovi focolai». Ma in questi giorni sui social ha iniziato a circolare un video estratto da un suo intervento a “Uno mattina”, programma di Rai1, su vaccini e Green pass.
«Credo che bisogna dare un messaggio positivo. Perché è straordinario che oltre il 90% degli studenti si sia vaccinato liberamente. Questo è molto importante», ha detto in un’intervista del 14 ottobre 2021 al programma Uno Mattina di Rai 1. «Se guardiamo ai dati epidemiologici gran parte dei decessi e delle situazioni più grave legate a questa pandemia sono gli over 50. Quindi il fatto che dei ragazzi – gran parte 20enni – abbiano con grande senso civico capito l’importanza per gli altri della loro vaccinazione è un dato di fatto importante». Esternazioni smentite da Pfizer stessa che durante l’audizione al Parlamento Europeo ha ammesso di non aver mai testato il cosiddetto vaccino sulla capacità di interrompere la contagiosità. Nello stesso intervento Schillaci ha poi parlato che di Green pass, definendolo uno «strumento indispensabile per assicurare la sicurezza all’interno delle aule universitarie. Noi già dal primo settembre abbiamo iniziato a impiegare il Green pass».
Cosa succederà quindi col cambio di governo? Stando alle dichiarazioni passate di Schillaci poco o nulla, visto quanto fosse a favore di Gren pass e vaccini, tanto da negare ai propri studenti il diritto allo studio. Intanto, sarà Schillaci a decidere riguardo le prossime mosse della lotta al coronavirus. Difficile pensare che una figura come la sua non porti avanti la campagna per la quarta e la quinta dose con il bivalente iniziata dal suo predecessore, Roberto Speranza.