Una triangolazione tra l’Italia e il paradiso fiscale del Delaware per nascondere al fisco italiano gli utili. Ben un miliardo e duecento milioni. Il colosso farmaceutico Pfizer è sotto inchiesta in Italia per evasione fiscale. L’indagine nascerebbe da un’operazione che il colosso con sede a New York ha effettuato tra il 2017 e il 2019, prima dunque dell’emergenza Covid.
Secondo quanto riporta Bloomberg, Pfizer avrebbe trasferito 1,2 miliardi di euro di profitti a divisioni in altri paesi per evitare di pagare le tasse sugli utili in Italia. La portavoce del colosso farmaceutico, Pam Eisele, ha dichiarato all’agenzia che Pfizer è «in regola con il pagamento delle tasse e conforme ai requisiti richiesti dall’Italia» e che le autorità italiane «stanno effettuando controlli di routine». Al momento, però, non ci sarebbe un verbale di accertamento sulla vicenda e alla società, da quanto si apprende, non è ancora stato notificato nulla, ma le autorità italiane proseguiranno con le verifiche per accertare i fatti.
La Guardia di Finanza sostiene che l’unità di Pfizer con sede appena fuori Roma, Pfizer Italia Srl, ha trasferito il capitale in eccesso alle affiliate negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi per evitare le tasse sui profitti che possono arrivare fino al 26%. Se la notizia dovesse essere confermata avrebbe davvero del clamoroso. E sarebbe poi interessante capire se negli anni della pandemia si sia continuato con questa pratica.
Già, perché come è noto i profitti di Pfizer con il vaccino anti-Covid sono triplicati. Il gruppo farmaceutico statunitense ha chiuso il 2021 con profitti per 3,9 miliardi di dollari (1,6 miliardi nel 2020) e ricavi quasi raddoppiati a 81,2 miliardi. Gli utili del solo quarto trimestre si sono attestati a circa 600 milioni di dollari. La spinta decisiva dai cosiddetti vaccini anti-Covid hanno garantito incassi per 42,6 miliardi contro i 6,5 miliardi del 2020. Il vaccino è stato sviluppato insieme alla tedesca BioNtech beneficiando anche di sostanziosi aiuti pubblici soprattutto nella fase iniziale, più rischiose, dello sviluppo del farmaco.
Il vaccino Pfizer-BioNtech è al momento dominante sul mercato, in Europa ha una quota di circa l’80%, negli Stati Uniti del 70%. Il 2022 si è confermato un altro anno d’oro per i produttori di vaccini, freschi anche di nuovi accordi – tra cui con l’Europa – per quarte e quinte dosi. Sarà dunque interessante capire anche solo nella parte italiana dell’azienda quali siano stati i profitti e quante le tasse pagate durante la fase dell’emergenza Covid.