La pandemia con le sue restrizioni sembrano ormai essere un capitolo chiuso. Buona parte del mondo è già andata avanti, mentre alcune altri Paesi sembrano fare un po’ più di fatica. L’Italia è certamente tra questi ultimi. Nonostante si cerchi di andare avanti, gli studenti a scuola si trovano ancora a dover fare ancora i conti con alcune restrizioni che sembrano essere state dimenticate dalla politica. In classe moti dirigenti scolastici e professori raccomandano o impongono ancora l’uso delle mascherine.
Alcune associazioni scolastiche e sportive si sono adoperate nel redigere una lettera per chiedere “la cessazione delle restrizioni relative alla gestione della pandemia da Sars-CoV-2 in ambito scolastico e dei servizi educativi”. Lo riporta L’Indipendente, che spiega come la richiesta del gruppo Gli Sportivi (anche conosciuti come #sportnegato: gruppo di 9mila genitori e 25mila ragazzini italiani), Collettivo Scuola Piemonte e Collettivo per la Scuola FVG, sia arrivata sui banchi del nuovo governo in rappresentanza di decine di migliaia di famiglie italiane.
«Le misure restrittive adottate dai precedenti Governi hanno provocato gravissimi danni alle giovani generazioni, penalizzate enormemente dal punto di vista fisico, sociale e mentale, a fronte di un rischio di malattia da Sars-Covid19 per esse trascurabile. Nelle scuole di ogni ordine e grado sono ancora in vigore norme comportamentali restrittive». Si apre così la lettera inviata al premier Giorgia Meloni, al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, elencando poi le misure attualmente in vigore come «l’utilizzo di mascherina FFP2 per tutti gli studenti dai 6 anni in caso di contatto con persona positiva e obbligo di mascherina FFP2 per tutti gli studenti dai 6 anni in presenza di “sintomi respiratori di lieve entità ed in buone condizioni generali”, quali raffreddore o tosse».
Si tratta, evidentemente, di un ingiustificato accanimento spacciato per precauzione, visto che il tasso di letalità Covid per i ragazzi è talmente basso da sfuggire alle percentuali statistiche. Da 0 a 19 anni, la letalità della malattia si attesta al di sotto dello 0,1%. Da inizio pandemia, si sono verificati 72 decessi e 518 ricoveri in terapia intensiva, su un totale di oltre 4 milioni e mezzo di casi.
«Come spesso accaduto in questi anni- si legge ancora nella lettera – gli studenti sono oggetto di imposizioni spropositate ed illegittime, oltre che dannose, rispetto ad altre categorie di cittadini per i quali, in ambito pubblico e privato, non si registra concretamente, in questo momento, alcuna limitazione delle libertà personali. A fronte di questo, e tenuto considerato che il nuovo Governo dimostra di voler adeguare i provvedimenti datati marzo 2022 alla realtà dei fatti del novembre 2022 con il reintegro anticipato dei sanitari sospesi, auspichiamo che, parimenti, il Governo provveda ad abrogare la legge sull’auto-sorveglianza per tutti i cittadini, o che, quantomeno, voglia aggiornare alle sempre più numerose evidenze scientifiche le regole ancora valide in ambito scolastico. In tal modo, il Governo avrebbe il merito di liberare, di fatto, la scuola e gli studenti, categoria di cittadini tra le più vessate negli ultimi due anni, da un’eccessiva e dannosa medicalizzazione, per di più esercitata in modo autocratico dai singoli dirigenti scolastici».
Argomentazioni inconfutabili quelle della associazioni, che in chiusura di lettera indicano alcune delle principali contraddizioni dei provvedimenti messi in atto dai governi Conte e Draghi. «In merito all’utilizzo delle mascherine in ambito scolastico segnaliamo che l’idoneità delle mascherine FFP2 non è mai stata certificata per i minori di 18 anni; sono ormai numerose le pubblicazioni scientifiche che mettono in dubbio la reale efficacia delle mascherine a scuola e ne evidenziano anzi la potenziale dannosità per la salute, lo sviluppo e l’apprendimento; da parte delle Istituzioni non è mai stato fornito uno studio che compari rischio e beneficio dell’utilizzo prolungato delle mascherine a scuola, come da ammissione dello stesso Direttore Generale del Ministero della Salute dott. Rezza, datata 17/03/2022».