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Reddito di cittadinanza, le nuove regole per chi lo percepisce

Stop del beneficio agli occupabili con una fase transitoria di otto mesi: è la soluzione ponte individuata dal governo Meloni in vista della cancellazione definitiva nel 2024

Redazione di Redazione
Novembre 22, 2022
in Economia
Tempo di lettura: 3 mins read
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Reddito di cittadinanza, le nuove regole per chi lo percepisce

Esiste veramente il rischio, per i beneficiari del reddito di cittadinanza, di trovarsi di colpo senza sussidio? Se lo stanno chiedendo tanti italiani in questi giorni di incertezza, durante i quali il governo Meloni continua a sottolineare la propria volontà di riformare lo strumento senza però aver annunciato ancora ufficialmente in che modo. Stando a quanto rivelato da Il sole 24 ore, i più a rischio sono i beneficiari tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro presso i centri per l’impiego.

Nella manovra ci sarebbe una mini-stretta sul reddito di cittadinanza. L’aiuto dovrebbe rimanere per i poveri, magari avviando una lotta ai furbetti del reddito. Per il resto, non sarà a vita e l’idea è di toglierlo agli occupabili con una fase transitoria di otto mesi. Ci dovrebbe essere infatti un anno di “cuscinetto” per inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro, accompagnati da appositi corsi di formazione, considerati obbligatori. Sarebbe questa la soluzione individuata dal governo come uscita soft dal reddito di cittadinanza per i cosiddetti occupabili.

L’idea della cancellazione immediata del beneficio già dal primo gennaio, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, sarebbe stata accantonata, sposando invece la soluzione ponte proposta dalla ministra del Lavoro Calderone. «C’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi» dice il sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari. «Dal 2024 – aggiunge – rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare». Ad incentivare l’assunzione dei percettori dovrebbe pensarci l’ennesimo sgravio contributivo per chi ne assume uno: peccato che questa opzione esista dal 2019, quando è nato il reddito.

In realtà tutto l’impianto di revisione del sussidio suscitava perplessità e il rinvio dello stop definitivo al 2024 sembra un modo per mettere una pezza ad una riforma annunciata in maniera troppo frettolosa. I cosiddetti occupabili sono i percettori di reddito di cittadinanza che non presentano evidenti impedimenti per ottenere un’occupazione. Le stime sulla consistenza di questa platea sono incerte: 660mila quelli indicati dall’Anpal, mentre l’Inps rileva che 372mila beneficiari risultano “vicini al mercato del lavoro” (hanno una posizione contributiva contemporanea alla percezione del rdc o ravvicinata). Già questo dà l’idea di quanto sia ballerina la stima del potenziale risparmio.

A questi si sommano oltre 170mila persone che prendono il reddito ma già lavorano percependo stipendi talmente bassi da avere comunque diritto all’integrazione. Secondo il presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda, «basterebbe migliorare le condizioni retributive e lavorative di questi lavoratori per quasi dimezzare immediatamente l’attuale numero dei percettori». Circostanza che costituisce l’ennesima cartina di tornasole sulla drammatica situazione delle retribuzioni italiane, non di rado al di sotto di un livello di semplice sussistenza.

Si vedrà come il governo intende poi tradurre in concreto l’uscita dal beneficio a partire dal 2024. Si era parlato della possibilità di obbligare i percettori ad accettare qualsiasi prima offerta di lavoro congrua, senza la possibilità di un rifiuto. Allo studio poi anche la possibilità di introdurre un ulteriore periodo cuscinetto, consentendo a chi al termine dei sei mesi di formazione risultasse inoccupato, di richiedere il reddito per altri 12 mesi con un importo tagliato del 25%. Oggi si possono rifiutare fino a due offerte congrue di lavoro senza perdere la card del reddito. L’idea prevalente nel governo è quella di disattivare la tessera in futuro dopo il primo rifiuto. All’inizio erano possibili tre rifiuti prima di perdere il beneficio, poi il governo Draghi ha ridotto a due le possibilità di diniego di un’offerta di lavoro. Tuttavia il reddito di cittadinanza continua ad essere un flop sul fronte degli inserimenti nel mondo del lavoro: meno di un percettore occupabile su cinque lavora.

Tags: Governo MeloniM5sOccupabiliReddito di cittadinanza
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