L’Italia e l’Occidente chiedevano meno restrizioni Covid per i cinesi, purché questi non venissero da noi. E appena abbandonata la politica “zero Covid”, il ministro della Salute italiano Orazio Schillaci ha firmato un’ordinanza che prevede l’obbligo di sottoporsi a tamponi antigenici per il coronavirus a tutte le persone che arrivano in Italia dalla Cina. Questa misura è stata adottata dopo che il governo cinese ha annunciato che dall’8 gennaio tutte le persone che arriveranno in Cina dall’estero non dovranno più sottoporsi alla quarantena obbligatoria per tenere sotto controllo il coronavirus.
Con l’eliminazione della quarantena per i viaggiatori ci si aspetta che nelle prossime settimane riparta il turismo dall’estero verso la Cina, e che al tempo stesso anche i cittadini cinesi riprendano a viaggiare nel resto del mondo, dopo che per tre anni avevano di fatto smesso di farlo. La decisione del governo cinese ha creato grosse preoccupazioni in tutto il mondo, dato che da circa un mese l’abbandono della politica “zero Covid” in Cina ha provocato una nuova enorme ondata di contagi.
«Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia». Dopo giorni di attenta valutazione arriva così l’annuncio del ministro della Salute Orazio Schillaci per contrastare il rischio di una nuova ondata nel Paese. Dal 24 di dicembre ad oggi Schillaci ha seguito l’esito dei tamponi effettuati sui passeggeri in arrivo a Malpensa e provenienti dalla Cina, raccomandando anche il sequenziamento di tutte le varianti che possono emergenti dai test elaborati.
Il primo aeroporto a decidere di effettuare i tamponi sui viaggiatori che arrivavano dalla Cina era stato proprio quello di Milano Malpensa, seguito poi da Roma Fiumicino. Una decisione pronta a essere estesa anche nel resto del mondo, a partire dagli Stati Uniti.
Ora che la Cina allenta le misure, l‘Italia le applica per difendersi dai cinesi. La Cina veniva contestata proprio per le dure misure restrittive, con un sostegno per le proteste dei cinesi che chiedevano maggiore libertà (nonostante anche in Italia siano state discriminate tante persone solo perché avevano deciso di non vaccinarsi). Adesso, invece, gli stessi media e virologi esprimono preoccupazione in merito all’ingresso dei cittadini cinesi in Italia perché possibili portatori di nuove varianti.
Come l’infettivologo Matteo Bassetti che, fino a qualche mese fa, definiva «un fallimento totale» le misure del governo cinese, mentre ora chiede le stesse restrizioni nei viaggi applicate da Pechino, compresi «tamponi obbligatori e quarantene non solo a Malpensa, ma in tutti gli aeroporti d’Europa, per chiunque arrivi dalla Cina». In uno scenario ancora non del tutto chiaro, nonostante la propaganda a favore dei vaccini (che secondo molti avrebbero dovuto sconfiggere Covid-19) a distanza di tre anni si continua con il solito allarmismo.