Prima si prendono le distanze e poi si passa ad un procedimento disciplinare. Queste le modalità con cui l’Iss sta cercando di sconfessare le immunologhe Loredana Frasca e Raffaella Palazzo, dipendenti del Centro nazionale dell’Iss per la ricerca e la valutazione dei farmaci. C’è aria di tempesta all’Istituto superiore di sanità, in seguito all’uscita di una discussa review sui vaccini anti-Covid sulla rivista Pathogen: una disamina della letteratura scientifica disponibile sugli eventi avversi associati ai vaccini a mRna.
Secondo lo studio il rapporto rischi/benefici di questi farmaci andrebbe rivisto, e considerato probabilmente negativo per una fetta maggioritaria della popolazione. «Mettiamo in discussione la reale necessità di somministrare questi prodotti, con effetti di lungo termine non ancora chiari, a persone a rischio con patologie autoimmuni, come pure a individui in salute, nell’epoca delle varianti Omicron». Parole che aprono una crepa nella narrazione della vaccinazione come unica via di salvezza anche per i soggetti fragili, che sono stati da subito i primi beneficiari, insieme agli anziani, delle innumerevoli dosi di farmaco sperimentale. Se nella prima ondata il rischio beneficio poteva essere a favore delle vaccinazioni, già a partire dalla variante Omicron il rapporto si è invertito, vista la minor letalità del virus. «Il calcolo costi/benefici richiede un aggiornamento», hanno sottolineato gli scienziati.
Un’opinione non condivisa ai piani alti dell’Iss, evidentemente, visto che a due giorni dalla pubblicazione del paper l’Istituto Superiore di Sanità ha diramato un comunicato stampa in cui prende nettamente le distanze dal lavoro dei suoi ricercatori, accusati di aver distorto i dati di letteratura e di aver violato il codice di integrità interno. Nel Comunicato Stampa N°7/2023 l’Istituto prende le distanze dall’articolo, definendolo «rassegna parziale e arbitraria della letteratura» nonché «opinione personale degli autori che non rappresenta in nessun modo la posizione dell’Istituto Superiore di Sanità». Ma evidentemente all’Iss non basta additare i propri dipendenti, è necessario passare a provvedimenti disciplinari e, se le motivazioni esistenti non danno luogo a procedere, se ne possono stabilire di nuove ad hoc.
Le ricercatrici con la loro pubblicazione avrebbero violato un codice interno diramato ore dopo l’invio dello studio, corredato delle revisioni richieste alla rivista. Con una retroattività che non è supportata dal codice interno, come si apprende da La Verità, Iss ha dunque avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Raffaella Palazzo, che ha già ricevuto la contestazione via raccomandata, “iter dovuto” di conseguenza anche a Loredana Frasca.