Dopo avere combinato un disastro economico e sociale, mascherato da emergenza sanitaria, i responsabili cominciano a tremare. Tanti poteri si muovono per bloccare sul nascere la commissione parlamentare d’inchiesta Covid che dovrà far luce su quanto successo dal febbraio 2020 in avanti, focalizzando l’attenzione sugli errori e le omissioni di quel periodo nero: le mascherine spedite in Cina, l’assenza di un piano pandemico aggiornato, le scelte del ministero della Salute, la campagna vaccinale, la mancata chiusura della Val Seriana, i Green pass.
Le forze d’opposizione stanno cercando di stroncarla sul nascere, i media già mettono le mani avanti, eppure la commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid «è inevitabile». Galeazzo Bignami, primo firmatario della proposta di legge di Fratelli d’Italia per l’istituzione della commissione d’inchiesta, nonché viceministro delle infrastrutture, intervistato da Il Giornale d’Italia, si sofferma sulle misure «fideisticamente sposate» dal governo Conte e dal ministro Speranza in particolare, in merito a Green pass e vaccinazione di massa. «Credo che il tema Green Pass sia inevitabilmente da affrontare perché ha comportato una profusione di provvedimenti che comunque sono stati fideisticamente sposati dalla politica. Sui vaccini, comunque, ci sono diversi ambiti che andranno verificati: dai contratti a chi li ha stipulati, da che cosa è stato stipulato, dal servizio di chi ha deciso di andare avanti su quella strada, etc…»
La composizione della Commissione parlamentare sarà di 20 deputati e 20 senatori. Galeazzo Bignami fa altresì sapere che, al momento, si sta lavorando alla compilazione di un testo base che possa compendiare le proposte giunte dallo stesso Bignami, da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, e dal deputato del Pd Davide Faraone, in rappresentanza dell’opposizione. Anche circa il futuro presidente, Bignami non si espone. «Appare tuttora prematuro, giacché in questa fase preliminare si stanno svolgendo le audizioni di una serie di soggetti, chiamati dalle forze politiche, che sono stati interrogati sull’opportunità di aprire una commissione d’inchiesta».
Ma il rischio dell’ostracismo della minoranza è dietro l’angolo: «Inutile che dica che in questa fase, soprattutto da parte di alcune forze d’opposizione, si è sviluppato un tentativo di introdurre elementi che portino alla conclusione definitiva di “non opportunità”. Ciò però, fino ad adesso, non ha interferito con la volontà della maggioranza di arrivare fino in fondo con questa Commissione»
Commissione che indagherà su quanto accaduto dal 5 gennaio 2020 in avanti: quando vennero assunti i primi provvedimenti da parte dell’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e da Roberto Speranza, ministro della Salute. «Non possiamo però ignorare che comunque già da novembre il ministro della salute cinese si recava in Italia dando ampie rassicurazioni sul fatto che non ci fossero situazioni specifiche da attenzionare». Ma questo è solo l’inizio: «L’inchiesta poi si dipanerà sugli anni successivi», ha aggiunto Bignami.