I manifestanti che il 27 e il 28 settembre 2021 sfilarono lungo la superstrada 336 e lungo un tratto di A8 con gli striscioni «No Green pass» sono stati assolti dal Tribunale di Varese. Le accuse erano di blocco stradale e violenza privata, ma almeno cinque dei sette imputati hanno chiuso il capitolo pandemia senza conseguenze penali.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Varese, Piera Bossi, sebbene il Pm Stefania Brusa avesse chiesto un anno di condanna, ne ha assolti tre dalla prima contestazione e dichiarato il non doversi procedere per l’altra. Per i due manifestanti, che la stampa continua a definire con approssimazione “No vax”, che, nel caso di rinvio a giudizio, avrebbero optato per il dibattimento il gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere. Altri due avevano concordato con la procura un patteggiamento rispettivamente a dieci e a sei mesi e sei giorni, ma il giudice ha rigettato l’accordo di pena e ritrasmesso gli atti al pubblico ministero, che dovrà rivedere la vicenda alla luce dell’udienza.
Ancora le motivazioni della sentenza non sono state comunicate, ma presumibilmente è prevalsa la linea difensiva dell’avvocato Elisabetta Brusa: «Il reato di blocco stradale non può essere contestato perché la circolazione non era stata interrotta e impedita, ma solo rallentata», ha detto nella sua arringa. Per quanto riguarda la violenza privata, ci ha pensato l’ex ministro Marta Cartabia a dirimere la questione. Con la riforma il delitto previsto all’articolo 610 del codice penale è diventato procedibile a querela: «Nessuno la presentò, quindi non ci sono parti offese».
L’assoluzione ha interessato anche il reato di omesso preavviso di manifestazione al questore di Varese. Il 27 settembre la protesta contro il Green pass si svolse nel pomeriggio lungo la superstrada di Malpensa all’altezza di Busto: i veicoli incriminati viaggiavano a velocità ridottissima con le quattro frecce accese. L’indomani, poco prima delle 21, i no Green pass uscirono da un parcheggio di via Torino a Gallarate, si immisero sulla statale 336 e imboccarono la A8 in direzione Como-Chiasso «costituendo pericolo e intralcio al normale flusso della circolazione, con rallentamenti del traffico, brusche frenate e accelerazioni», tanto che il resto degli utenti della strada fu costretto a compiere «pericolose manovre di sorpasso». Ma di fatto a nessuno venne impedito di proseguire la marcia.