È una vera e propria diaspora dal Partito democratico. Trentuno esponenti dem della Liguria hanno lasciato il Pd per aderire ad Azione di Carlo Calenda. Tra i nomi più importanti ci sono quello del consigliere regionale Pippo Rossetti e della consigliera comunale di Genova Cristina Lodi. Una decisione comunicata con una lettera indirizzata al gruppo dirigente ligure e la motivazione è chiara. Dito puntato contro la nuova segreteria nazionale guidata da Elly Schlein accusata di aver dato «una netta svolta a sinistra al partito, negando il processo articolato e faticoso, anche contraddittorio, del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni».
Una fuga di massa che provoca imbarazzo nel Pd e l’esultanza di Calenda: «Azione è il partito che si candida a rappresentare i valori repubblicani riassunti nella prima parte della Costituzione» ha dichiarato l’ex ministro.
Ma nessuna mano tesa ai fuoriusciti da parte di Elly Schlein: «Credo che sia sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via, ma se ci rendiamo conto che qualcuno può non sentirsi a casa in un Pd che si batte per l’ambiente, i diritti e il lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo lo aveva sbagliato prima», afferma la segretaria alla festa del Fatto Quotidiano a Roma.
Se Lorenzo Guerini, parlando a Repubblica, aveva lanciato una stoccata alla segretaria evidenziando che «in un partito si discute, non si ubbidisce», Stefano Bonaccini, intervistato dal Domani, aveva diffidato la segretaria dal sottovalutare i malumori interni: «un Pd piccolo e radicale non serve», ha detto il governatore dell’Emilia Romagna, è necessario invece tornare subito «a una vocazione maggioritaria».
La segretaria dem risponde così ai malumori interni: «Abbiamo svolto un congresso dopo una sconfitta molto dura alle politiche dell’anno scorso. Molti ipotizzavano addirittura la morte del Pd, così non è stato». Il cambiamento, ha insistito «incontra sempre delle resistenze e se il Pd e il centrosinistra avessero fatto sempre bene in tutti questi anni, una come me non avrebbe mai vinto le primarie». Secondo Schlein, la base del partito ha chiesto «di ritrovare una identità chiara attorno alcuni temi», dalla giustizia sociale all’ecologia. E, ha concluso, «credo che su questi temi si possa stare insieme anche quando in un partito ci sono diverse sensibilità al suo interno».