La Camera ha approvato la legge che introduce il divieto per i giornali di pubblicare del contenuto delle ordinanze di custodia cautelare, almeno fino al termine dell’udienza preliminare. Con la maggioranza hanno votato a favore Azione e Italia Viva; contrari M5s, Alleanza Verdi Sinistra e Pd. È passato l’emendamento alla legge di delegazione europea che introduce il divieto di pubblicare “integrale o per estratto” il testo delle ordinanze con cui i giudici per le indagini preliminari dispongono il carcere, gli arresti domiciliari o altre misure cautelari nei confronti di indagati che rischiano di reiterare i reati, fuggire o inquinare le prove.
L’emendamento era stato proposto da Enrico Costa di Azione, insieme a Davide Faraone di Italia Viva e Riccardo Magi di +Europa, ed è stato riformulato dal governo, motivo per il quale è passato a voto palese dopo una prima decisione di votare a scrutinio segreto. I sì sono stati 160, cioè l’intera maggioranza di governo più Azione e Italia Viva, mentre i no sono stati 70.
Il divieto è stato introdotto grazie a una modifica dell’articolo 114 del codice di procedura penale relativo alla «pubblicazione di atti e di immagini». Stando a quanto riporta Repubblica, la maggioranza ha ritoccato sei parole all’articolo 2. Sufficienti per eliminare il passaggio introdotto dall’ex guardasigilli Andrea Orlando nel 2017 (divenuto legge due anni dopo grazie alla firma del suo successore Bonafede) che consentiva ai giornali di pubblicare le ordinanze cautelari. Mentre ora l’emendamento Costa introduce «il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva Ue del 2016 sulla presunzione d’innocenza».
Secondo Costa, la norma serve per dare attuazione alla direttiva sulla presunzione di innocenza. Sicuramente il via libera all’emendamento avrà un impatto sul racconto delle inchieste da parte dei media. «Un risultato positivo e che ci soddisfa, un buon traguardo per ribadire ancora una volta l’importanza, per Forza Italia e per il governo, del garantismo e della presunzione di innocenza, cardini chiave sui quali si fonda la nostra Costituzione», ha commentato Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia.
Durissima la reazione del Movimento Cinque Stelle che definisce l’emendamento un «vergognoso bavaglio che colpisce e umilia il diritto dei cittadini ad essere informati». La maggioranza allargata ad Azione e Italia Viva, continuano i pentastellati, «ancora una volta dimostrano qual è la loro unica agenda in materia di Giustizia: nascondere o lasciare impunite le malefatte della borghesia mafiosa, dei corrotti, dei comitati d’affari – scrivono i rappresentanti in commissione Giustizia alla Camera Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso e Carla Giuliano – Si affaticano tanto per nascondere i possibili reati dei potenti, perché sono quelli che interessano all’opinione pubblica. La giustizia classista del governo Meloni procede a passo spedito, portando l’Italia in un medioevo dei diritti».