Via libera dai ministri delle Finanze europei alla tormentata riforma del Patto di stabilità, l’insieme di regole e paletti sulle finanze pubbliche. Con il benestare anche dell’Italia. La presidenza spagnola dell’Ecofin ha annunciato che i ministri dell’economia hanno raggiunto un accordo sulla riforma della supervisione di bilancio, che «assicura stabilità e crescita con regole equilibrate, realistiche e adatte alle sfide attuali e future».
I destini dell’Ue corrono sull’asse Parigi-Berlino. È sempre stato così e lo è stato anche questa volta. La fumata bianca, non scontata, arriva dopo che, martedì sera, il ministro tedesco Christian Lindner e il collega francese Bruno le Maire si sono incontrati a Parigi per smussare i punti di divergenza. Secondo quanto filtra da fonti europee all’Ansa, l’Italia ha concordato le nuove regole sul Patto di stabilità. Al termine dell’Ecofin Giorgetti ha commentato: «Ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia ha ottenuto però molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito mentre dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo»
Confermato il periodo di grazia 2025-2027 in cui ci sarà qualche margine di tolleranza in più su deficit e debito in caso di un aumento della spesa per interessi sul debito. Per il resto il “nuovo” Patto torna a privilegiare il rigore nei conti ad un ruolo attivo dello Stato nel sostegno all’economia. Per il resto rimangono sul tavolo le regole già tratteggiate. Per i paesi altamente indebitati, come l’Italia, il deficit pubblico non potrà superare l’1,5% del Pil e il debito dovrà essere ridotto di un ammontare pari all’1% del Pil l’anno (nel caso italiano significa circa 20 miliardi di euro). Ma come, si accennava, per i prossimi tre anni queste cifre saranno riferite al deficit depurato degli effetti dell’incremento dei tassi, sono quini un poco meno stringenti. Per i paesi con un debito più basso, al di sotto del 90% del Pil, la riduzione obbligatoria è dello 0,5%.
Stabilisce dei termini il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni: «Il nuovo Patto di stabilità entrerà in vigore nella primavera del 2024 se le tappe finali per la sua approvazione si concluderanno positivamente». E ha aggiunto: «L’accordo è una buona notizia per l’economia europea, il viaggio non è ancora finito. A gennaio noi dovremo passare alla fase successiva, quella dei triloghi e ho fiducia che lo stesso spirito di costruttivo e di compromesso che ci ha portato al risultato di successo di oggi ci guidi ad una positiva conclusione delle tappe finali».