È tregua. Non tra Israele e Hamas, ma tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del partito democratico Elly Schlein. Due telefonate hanno fatto il miracolo. Passa alla Camera, grazie all’astensione della maggioranza di destra, la mozione Pd, prima firmataria Elly Schlein, che chiede al governo di impegnarsi per «il cessate il fuoco umanitario a Gaza» e la liberazione degli ostaggi israeliani.
Le opposizioni avevano presentato cinque documenti diversi; i partiti di governo invece si sono raccolti a intorno a un atto di indirizzo unitario. Prima dell’inizio della discussione, Schlein ha chiamato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le ha chiesto di non ostacolare il testo dei dem: alla fine la premier ha dato il via libera all’approvazione del primo punto del dispositivo, che impegna il governo «a sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario al fine di tutelare l’incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all’interno della Striscia». Dopo una riformulazione, il governo si è rimesso all’Aula e l’impegno è passato con l’astensione dei deputati della maggioranza.
Bocciato invece il resto della mozione, in cui si chiedeva, tra l’altro, di «sostenere un’azione coordinata a livello internazionale per promuovere iniziative di de-escalation della tensione in Medio Oriente» e soprattutto di «ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi nell’anno in corso all’Unrwa», l’agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi, alcuni dei cui dipendenti sono accusati da Tel Aviv di aver partecipato all’attacco di Hamas.
«Sentiamoci adesso, se puoi». Il primo sms spunta sul cellulare della segretaria Pd verso mezzogiorno. «Sono in conferenza stampa contro il Ponte — replica la leader dem — ti posso richiamare?». Così, a ora di pranzo, ricostruisce La Repubblica, la premier e la segretaria del Pd preparano l’accordo bipartisan sul Medio Oriente. Si inseguono su WhatsApp proprio nei minuti in cui si scontrano su un altro dossier, quello del progetto del Ponte sullo Stretto che dovrebbe unire Calabria e Sicilia.
Schlein festeggia il successo parziale: «È un passo avanti importante. Avevamo presentato questa mozione proprio per scuotere il dibattito nel Paese e per ottenere un avanzamento nelle posizioni del Parlamento, e questo oggi è arrivato. Gaza è un territorio in cui nessun luogo è sicuro e la storia ci giudica, non da domani ma già da oggi, su quello che sta accadendo». «Lo diciamo dall’inizio – continua la segretaria dem – Hamas, il cui brutale attacco tutti abbiamo condannato con nettezza, non è il popolo palestinese. Fare questa equazione non sarebbe solo un errore, ma anche un favore ad Hamas che invece va isolata. Quello che stiamo vedendo sul popolo palestinese è una punizione collettiva, una reazione del tutto sproporzionata, che anche l’amministrazione americana definisce esagerata. L’Italia quindi può e deve fare di più per far cessare questo conflitto e raggiungere finalmente la pace. Chiediamo di insistere presso l’Unione europea per il riconoscimento dello Stato di Palestina, perché per la prima volta c’è un capo del governo israeliano che nega esplicitamente questa prospettiva: non era mai successo. La stella polare deve tornare il rispetto del diritto internazionale. Bisogna che il governo faccia tutto il possibile per fermare l’attacco annunciato a Rafah, che sarebbe un’ecatombe. E vorrei che il governo lo dicesse con la stessa fermezza che hanno avuto su questo il governo tedesco, il governo inglese e molti altri».
Il testo della maggioranza impegna invece il governo a «confermare la solidarietà dell’Italia allo Stato d’Israele, aggredito proditoriamente il 7 ottobre 2023 dall’organizzazione terroristica Hamas, e a ribadire il riconoscimento del suo diritto all’autodifesa, da esercitarsi nel rispetto del diritto umanitario bellico, tenendo però conto del fatto che i miliziani di Hamas si fanno scudo della popolazione civile». Tra le richieste, anche quella di promuovere con Ue, G7 e altri attori regionali «ogni sforzo diplomatico per una soluzione politica del conflitto, assicurando che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente e incondizionatamente e che l’organizzazione terroristica Hamas non costituisca più una minaccia esistenziale per Israele, scongiurando contestualmente il rischio di un’escalation del conflitto in tutto il Medio Oriente».