Gli Stati Uniti stanno preparando una nuova ondata di dazi che andrebbero a colpire l’Europa e in particolare l’Italia per 4,5 miliardi di euro: oltre il 9% dei prodotti italiani esportati negli Usa. L’iter per l’applicazione finale è ancora in corso ma l’Italia ritiene la ripartizione dei dazi estremamente squilibrata, al punto che il nostro export sarebbe, dopo la Francia, il più danneggiato. I dazi in discussione sono quelli proposti dall’Ustr come rappresaglia contro gli aiuti Ue al consorzio europeo degli aerei Airbus.
Nel mirino soprattutto l’agroalimentare, in particolare vini e formaggi. I calcoli elaborati dagli uffici tecnici del ministero dello Sviluppo economico sulla base di dati delle dogane Usa indicano per l’Italia un impatto di 5,07 miliardi di dollari su esportazioni per 54,7 miliardi. Per la Francia 8,1 miliardi (su 52,4 miliardi), per la Germania quasi 4,5 (su 125,9), per il Regno Unito 3 (su 60,7), per la Spagna 1,8, (su 17,2) e poi via via per gli altri paesi. Il controvalore dei prodotti indicati dall’Ustr, in due differenti tranche, è nel complesso di circa 25 miliardi di dollari. Ad aprile infatti la prima lista comprendeva 317 sotto categorie per un controvalore dell’import americano stimato in 21 miliardi di dollari. Questa prima lista era suddivisa in due parti, la prima concentrata su prodotti e componenti dell’industria aerea ed elicotteristica destinata solo a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito la seconda più generica indirizzata a tutti gli stati membri dell’Ue. All’inizio di luglio si è aggiunta una lista supplementare per il controvalore di 4 miliardi di dollari, anche questa rivolta a tutti i 28.
LEGGI ANCHE: Trump minaccia nuovi dazi alla Ue per gli aiuti ad Airbus
Nel primo elenco già figuravano prodotti italiani come il parmigiano e il prosecco. L’elenco supplementare ha poi acuito le preoccupazioni del settore agroalimentare italiano, con l’inclusione ad esempio di pecorino romano, parmigiano reggiano, provolone. Il settore dei vini e liquori sarebbe colpito per 2,3 miliardi di dollari, gli alimentari e bevande per quasi 1,3 miliardi, la moda per poco più di 1 miliardo, i materiali da costruzione per 180 milioni, i metalli per 110 milioni, le moto per 74 milioni, la cosmetica per 42.