Facebook non ha mai cancellato post pubblicati dagli amministratori della pagina Lega-Salvini premier per incitamento all’odio. A essere rimosso, invece, è stato il contenuto condiviso su quella stessa pagina da un utente. Dopo che il partito aveva smentito ufficialmente una notizia circolata sui giornali arrivano le scuse di FacebooK: «Lo scorso 25 luglio abbiamo inviato a un utente che aveva segnalato la pagina “Lega-Salvini Premier” una notifica che confermava la violazione dei nostri Standard della Comunità – spiega un portavoce di Facebook – Questa violazione era relativa ad un post effettuato da un altro utente sulla Pagina e non dall’amministratore stesso della Pagina. Ci rendiamo conto che il nostro messaggio ha creato confusione e ci scusiamo per qualunque disagio questo possa aver causato».
LEGGI ANCHE: Facebook cancella alcuni post della Lega: «Incitano all’odio»
«Quando le persone ci segnalano una Pagina per intero per violazione dei nostri Standard della Comunità – specifica il social network – di norma notifichiamo loro qualunque provvedimento preso nei riguardi dei contenuti presenti sulla Pagina. Lo facciamo anche se la violazione riguarda contenuti che nello specifico non sono stati segnalati». In sostanza: ad essere rimosso non è stato un post pubblicato dagli amministratori della pagina della Lega, ma da un utente che aveva postato il contenuto.
La conferma è arrivata anche dalla Lega che attraverso il suo ufficio stampa ha chiarito di non aver «rilevato la rimozione di alcun post da noi prodotto, né abbiamo ricevuto da Facebook comunicazioni riguardo la rimozione di contenuti prodotti dalla pagina, come di norma avviene in questi casi, e che dunque i vari articoli comparsi negli ultimi giorni risultano totalmente destituiti di fondamento». A diffondere la notizia della rimozione del post per «incitamento all’odio» era stato il movimento Cara Italia, che aveva invitato i suoi utenti a segnalare il contenuto in massa. «È la prima volta che in Italia vengono rimossi dei post del leader della Lega», aveva scritto in un post Stephen Ogongo, ma come ha chiarito Facebook per la prima volta bisognerà aspettare ancora.