Nord e Sud accomunati dalle calamità naturali. L’Italia, tante volte divisa, in queste ultime ore si è unita ma nel segno del dissesto idrogeologico. Da Venezia, con un’acqua alta record di 187 centimetri che ha sommerso inestimabili opere d’arte e la stessa Basilica di San Marco, a Matera, la città dei sassi, capitale della Cultura, trasformata in un enorme fiume d’acqua e di fango. Due esempi concreti e drammatici di quello che possono fare i cambiamenti climatici sul nostro paesaggio urbano. Non si tratta di casi isolati ed eccezionali, ma di fenomeni ormai ricorrenti che in Italia, paese con il primato mondiale dei beni culturali Patrimonio dell’Umanità, potrebbero fare molti più danni che altrove.
🌧 Impressionanti immagini di #Matera dove fiumi d’acqua corrono per le strade della Città dei Sassi
📹 Chiara Antazza pic.twitter.com/aWxtVdX5Je
— Alan Conti (@fasbej) November 13, 2019
Secondo il dossier di Legambiente “Le città italiane alla sfida del Clima”, elaborato in collaborazione con il ministero dell’Ambiente, l’Italia ospita infatti ben 28.483 siti del patrimonio culturale esposti ad alluvioni. Oltre 39mila sono invece i beni culturali esposti ad alluvioni «rare ma di estrema intensità». Nel complesso, oltre 67mila beni artistici e culturali rischiano dunque di andare sott’acqua, quasi un terzo degli oltre 200mila beni architettonici, monumentali e archeologici sparsi per l’Italia, senza contare 3.400 musei e circa duemila aree e siti archeologici. Assolutamente da non sottovalutare anche il problema dei tesori artistici e architettonici a rischio frane: in Italia il censimento Ispra-Iscr del 2015 citato da Legambiente ne conta 14mila.
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A conferma della fragilità delle nostre città d’arte il rapporto di Legambiente elenca molti casi recenti di luoghi e siti feriti dal maltempo. Da Genova, dove l’alluvione dell’ottobre 2014 provocò forti danni all’Archivio di Stato, alla biblioteca nazionale e al Palazzo Reale, agli scavi archeologici di Sibari, i più grandi della Magna Grecia, sommersi da acqua e fango per l’esondazione del fiume Crati nel gennaio 2013. Passando per Livorno, dove le piogge torrenziali dell’ottobre 2015 provocarono ingenti danni al tempio ebraico; per Volterra, in provincia di Pisa, dove le piogge nel gennaio del 2014 portarono al crollo del manto stradale della Piazzetta dei Fornelli e di trenta metri di mura medievali, per Roma dove la forte pioggia del novembre 2014 ha danneggiato le Mura Aureliane.