Sconfiggere il terrorismo è possibile. Basta riempire la popolazione di armi ed addestrarla al loro utilizzo. È sostanzialmente la tesi che Donald Trump ha rilanciato al congresso targato Nra (National Rifle Association), la potentissima lobby delle armi che ha finanziato la campagna elettorale del tycoon. “The Donald” serra i ranghi con gli alleati di sempre, dunque, e cerca di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dagli sviluppi dell’indagine condotta dal procuratore speciale Robert Mueller sulle presunte interferenze del governo di Mosca nelle ultime elezioni presidenziali, il cosiddetto Russiagate. Il dibattito sull’utilizzo delle armi e sulla legittima difesa continua ad essere all’apice dell’agenda politica americana ed il movimento popolare nato dopo l’ennesima strage scolastica avvenuta a Parkland non accenna a sgonfiarsi. Un’occasione ghiotta per il presidente Usa per gettare benzina sul fuoco e spostare il focus da un’inchiesta che potrebbe seriamente mettere in discussione la sua presidenza.
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«LA LEGITTIMA DIFESA È UN DONO DI DIO». L’accoglienza è quella delle grandi occasioni. Un pubblico in delirio che sbraccia e schiamazza cori del tipo «U-S-A, U-S-A». Donald Trump torna a casa, da quell’elettorato nazionalista, tradizionalista e soprattutto armato che ha contribuito in maniera determinante alla sua recente elezione alla Casa Bianca. La lobby delle armi è una delle più potenti negli Stati Uniti, da sempre alleata del “Grand Old Party”, quel Partito Repubblicano che ne ha sempre difeso gli interessi. E Donald Trump ha donato al suo popolo le esatte parole che questi voleva sentirsi dire. «Avete un’amministrazione che combatte per difendere il VOSTRO – lo sottolinea a gran voce il Presidente dal palco di Dallas – secondo emendamento». Quel dettato costituzionale che garantisce a tutti la legittima autodifesa, un dono di Dio secondo il tycoon così come tutta la costituzione, ma che mai come oggi sembra appartenere, appunto, soltanto ad una parte dell’America mentre viene rigettato dal resto degli americani che non tollera più le violenze e gli abusi nell’utilizzo delle armi che sempre con maggiore frequenza insanguinano le strade del Paese. Nella sua arringa Trump ha poi associato le armi ad altri panieri di beni come le auto o i furgoni, facendo passare l’idea secondo cui pistole e fucili rappresentino beni di consumo imprescindibili per le famiglie americane come il pane o l’acqua: «Se mettessimo fuori legge le armi come alcuni vorrebbero dovremmo mettere fuori legge tutti i camion, tutti i furgoni, che sono le nuove armi dei terroristi».
IDEAL CONCEAL. Un termine anglosassone che dirà poco ai più, spesso sostituito con il termine “cellphone pistol”. La “pistola-cellulare” è il nuovo ritrovato bellico delle industrie delle armi in America con lo sponsor della Nra. La morte a portata di mano ed a portata di tutti, come uno smartphone qualunque, al modico costo di 500 dollari. Una nuova iniziativa commerciale che va nella direzione indicata dal mantra “trumpiano”, armare tutti per difendere la patria dai terroristi, siano essi degli islamici radicali o dei giovani con problemi psichici. L’auspicio è che questa nuova arma, leggera e maneggevole, possa essere acquistata da ampie fasce sociali, dalla casalinga al libero professionista che si sentono «stanchi di essere vittime». La pistola si apre e chiude con un click, è a doppia canna, calibro 380, pesa circa 300 grammi, è lunga pochi centimetri ed è «100% americana». Non sono mancate le reazioni come il tweet della giovanissima Jaclyn Corin, attivista del liceo Marjory Stoneman Douglas di Parkland che ha dichiarato: «Sempre più persone verranno “scambiate” per portatrici d’armi, soprattutto quelle di colore — denuncia la ragazza — La Nra continua a fare pubblicità mettendo le armi in mano alle persone, rendendo normale sparare ad altri». Un tema per niente banale nel Paese più armato del mondo che è destinato ad alimentare ancora il dibattito in proposito.